Conosciuta per il Film D’Animazione prodotto e diretto da Don Bluth e Gary Goldman e distribuito dalla 20th Century Fox nei cinema statunitensi il 14 novembre 1997, anastasia, a distanza di anni, ha nuovamente fatto centro. Alla giovane attrice, Christy Altomare, è spettato l’arduo compito di interpretare la Gran Duchessa Anastasia Nikolaevna Romanov e di cantare e interpretare la celebre canzone “A Journey to the past” di Stephen Flaherty e Lynn Ahrens. Afferma Tom Kirdahy, produttore del musical Anastasia: “We don’t discount their affection for the movie, but there also seems to be something much, much deeper that we’re still exploring and discovering”.

Se nel 1997 un’intera generazione ha fantasticato sulla storia d’amore tra Anya e Dmitry, il Musical, questa volta, è andato oltre la fantasia ed è riuscito a mescolare storia, filosofia e letteratura in modo inedito e sorprendente.

A journey to the past: perché il musical differisce dal film d’animazione

Facciamo “Un Viaggio nel Passato”. Corre l’anno 1907. Dowager Empress Maria Feodorovna si sta preparando per andare a Parigi. La nipote più giovane, Anastasia Nikolaevna Romanov, è triste perché vorrebbe partire con lei. L’imperatrice regala alla nipote un carillon e le promette che quando sarebbe diventata più grande avrebbero vissuto a Parigi e passeggiato sul Ponte Alexander III. Dieci anni più tardi, Anastasia è una bellissima giovane che celebra il tradizionale ballo di famiglia assieme alla sua famiglia.

La cerimonia viene interrotta dall’entrata dei Bolscevichi che invadono il Palazzo. I Romanov fuggono, ma la giovane Anastasia, viene cattura dai Bolscevichi e perde ogni traccia della sua famiglia e del suo passato. Passano gli anni. Siamo nel 1927. Gleb Vaganov, un generale bolscevico che controlla la Russia, annuncia che la città di San Pietroburgo si chiama ora Leningrado.

Intanto si vocifera che Anastasia è ancora viva. Due ricercati, il giovane e affascinante Dmitry e l’ex membro della corte reale Vlad Popov decidono di istruire una giovane ragazza che somigliasse ad Anastasia e che permettesse loro di prelevare denaro dall’Imperatrice Dowager. Senza successo, Dmitry e Vlad cominciano le loro audizioni presso il teatro dell’ormai abbandonato Palazzo Yusupov.

Un giorno, una giovane di nome Anya, si presenta loro dicendo di essere già stata in quel posto, ma avendo perso la memoria, non sa spiegare loro cosa le fosse realmente successo. I due impostori vedono in Anya la giusta Anastasia e decidono di prenderla con loro. La ragazza inizia il suo percorso da attrice e spera di essere la vera principessa Romanov. Arrivati in Francia, Anya ha degli incubi e passeggiando sul Ponte Alexander III, si ricorda di sua nonna. L’arcano viene svelato durante lo spettacolo del Lago dei Cigni. Gli sguardi di Anya e dell’Imperatrice si incrociano e la giovane capisce di essere la vera Anastasia. Come nel Film d’Animazione del 1997, Anya sceglie Dmitry e il loro amore trionfa su ogni forma di male.

A differenza del cartone animato, questa volta, i richiami alla storia, alla psicologia e alla filosofia sono tanti. Grigori Rasputin e la sua magia hanno lasciato spazio ai sogni di una ragazza che lentamente supera i suoi traumi infantili, si ricorda del suo passato e lo accetta.

La dottrina delle Idee di Platone secondo Anastasia

Ancor più intrigante è il richiamo alla filosofia. Il termine “Anastasia” significa resurrezione. Anastasia simboleggia in tutto e per tutto Platone, la dottrina delle idee e l’ascesa di uomo – in questo caso di una donna – che vive la sua esistenza non tanto per scoprirsi, ma per riscoprirsi. Se la verità è un insieme di idee che aleggiano nella nostra mente, è chiaro che Rasputin – in questo caso il generale Gorlinsky - non rappresenta il nemico dell’uomo, ma ciò di cui si ha bisogno per riscoprirsi.

Anya ci insegna a tuffarci nel passato e ad affrontare ogni forma di paura. In questo caso la verità è legata alla sfera emotiva e sentimentale che porta una giovane orfana a ricongiungersi con le sue origini e con i suoi cari. Qual è, invece, la vostra verità?