Tra i tanti eventi che hanno caratterizzato l’edizione 2017 del Bif&st, uno dei più divertenti da seguire è stato sicuramente l’incontro con l’inventore del mestiere di press agent in Italia: Enrico Lucherini. Una chiacchierata a tre con Leopoldo Mastelloni e Marco Spagnoli, autore del documentario “Enrico Lucherini. Ne ho fatte di tutti i colori” in cui l’addetto stampa più famoso d’Italia ha raccontato diversi gustosi aneddoti della sua lunga carriera cominciata grazie a Sophia Loren che, tornata dagli Stati Uniti per girare La Ciociara, insegnò al giovane ex attore tutti i segreti della promozione di un film, imparati oltreoceano.

Un’attività che ha permesso a Lucherini di coltivare la sua passione per la settima arte, nata già da bambino, quando il padre lo portò sul set di un film di Macario.

Le famose ‘lucherinate’

Fin da i primi anni Enrico ha messo nella sua nuova professione quella creatività che l’ha portato ad inventarsi le famose “lucherinate”, falsi scoop e notizie fantasiose che avevano l’unico obiettivo di pubblicizzare una pellicola. “Adoravo lavorare con l’acqua e con il fuoco” ha ricordato il press agent citando il finto annegamento di Agostina Belli durante le riprese di Sepolta viva, oppure l’altrettanto fasullo incidente tra le fiamme del set della fiction televisiva Rebecca, la prima moglie, con Mariangela Melato.

Per non parlare del flirt, creato ad hoc per Metti una sera a cena, tra una giovanissima e ancora poco conosciuta Florinda Bolkan e Richard Burton, all’epoca marito di Liz Taylor: “Aspettai che la diva finisse in ospedale, per diffondere la voce che aveva tentato un suicidio per colpa di questa storia”.

La differenza tra ‘diva’ e ‘attrice’

Lucherini, però, non si è occupato solo di lanciare singoli film, ma ha anche seguito la carriera di numerose attrici, trasformandole in dive. Ed è proprio sulla differenza tra attrice e diva la prima deve saper recitare, mentre per la seconda non è necessario – che il press agent si è soffermato con la solita caustica ironia: “Se una non è capace, non posso dirle che è una cagna; inizio a consigliarle come vestirsi, cosa dire e come parlare – ha spiegato al pubblico – ma d’altra parte ho visto anche tante attrici brave che, dirette da cattivi registi, non hanno ottenuto i risultati sperati”.

E poi ha cita l’esempio di Silvana Mangano, nata come diva, ma che col tempo è riuscita a crearsi una credibilità di attrice, grazie al lavoro con maestri come Visconti e Pasolini. Tra le grandi, l’unico rammarico di Lucherini è stato quello di non aver potuto lavorare con Gina Lollobrigida: “Pensava che fossi l’uomo della Loren, non siamo mai riusciti a legare”

Il cinema di oggi

Dopo aver ricordato tanti aneddoti – dall’incontro con Antonioni e la Vitti, con le loro stravaganze, a quando s’inventò, con un gioco di parole, il nome di Nico “Otzak” per il piccolo ruolo della cantante in La dolce vita di Fellini – è arrivata una lucida analisi della situazione attuale del nostro cinema, sul quale il Lucherini è stato critico: “Oggi il mio lavoro è noioso, tutto è predeterminato, dagli incontri con i giornalisti ai passaggi in tv”.

Ma anche i film che ha visto nell’ultimo anno gli hanno regalato poche emozioni, a parte La pazza gioia di Virzì. Ma il pubblico potrebbe ancora avere delle belle sorprese come Greta Scarano, già vista in Suburra di Sollima, che “diventerà una grande”. Non che Lucherini sia infallibile; quando vide per la prima volta una giovanissima Nicole Kidman, impegnata a girare Un’australiana a Roma di Sergio Martino con Massimo Ciavarro, il suo commento fu lapidario: “Ma chi è questa scopa?”.