La maratona culturale di "Io scrittore", ormai è un appuntamento fisso che, ogni anno, si tiene presso la biblioteca di Cusano Milanino. Non solo libri, ma anche musica dal vivo, cui potrà assistere anche un pubblico di bambini. Alle 17, infatti, verranno presentate per la prima volta le "favole per bambini svegli".

Da dove nascono le favole?

Una giovane mamma di una bimba di 7 anni era solita leggere una storia alla figlia subito prima di dormire. Dopo aver letto ogni sorta di favole alla piccola, è incappata in una raccolta di grandi classici, di quelle diffuse dalle maggiori catene di librerie.

Dopo aver deciso di saltare "La piccola fiammiferaia", perché la vicenda di una bambina che muore assiderata non le sembrava un messaggio positivo, è passata a "La Sirenetta". Giunta al termine della narrazione, quando la protagonista, dopo un gesto coraggioso di amore viene abbandonata dall'amato e muore, nel voltare pagina si aspettava di trovarvi il seguito. In realtà, aveva dimenticato che la storia originale termina proprio così, in modo tragico.

Ed è così che Elisa Swan - nome d'arte di Elisa Beato - decide di scrivere nuove favole per bambini. L'autrice lavora da 13 anni nel campo della comunicazione pubblicitaria come copywriter, ma è presente da anni anche nel settore dello spettacolo come attrice e presentatrice televisiva.

In seguito ad un percorso di crescita interiore e spirituale che va avanti da 10 anni, ha deciso di scrivere un libro i cui messaggi di vita potessero essere accessibili a tutti, bambini e adulti. Molte le donne che, nell'ambito dello spettacolo, si sono dedicate alla scrittura di storie per i più piccoli, come Michelle Hunziker e Rita Dalla Chiesa.

Fate, elfi e tavoli che ingrassano

Dalla sua penna nasce un simpatico gruppetto di elfi, fate, bimbi e animaletti, che vive esperienze di tutti i giorni e problemi comuni a tutti i bambini. Ma con un pizzico di magia: in fondo, non capita spesso di imbattersi in un pappagallo che legge il giornale o in un tavolo che ingrassa.

Ma il bello è che, nel corso delle loro avventure, i protagonisti imparano valori fondamentali: condividere, vedere sempre il lato positivo di ciò che accade, rispettare il prossimo, impegnarsi per i propri sogni (tema che ricorre anche nel film di Spielberg "Il grande gigante gentile").

Perché è diverso?

Gli insegnamenti del libro, alla maniera del "De rerum natura" di Lucrezio, sono resi sottoforma di piacevoli favole, per rendere immediata la comprensione ad un pubblico di ogni età. L'autrice ha anche pubblicato uno dei suoi racconti su YouTube. Il fulcro dei suoi insegnamenti lo ritroviamo maggiormente ne "La famiglia Pointoviù": il suo significato profondo, trasmesso con le parole di una fatina che si intrufola di notte nei sogni dei componenti di questa famiglia, consta nell'idea - semplice ma imprescindibile - che la vita è così come noi vogliamo vederla. Siamo noi i soli a decidere se ciò che ci accade ogni giorno è un evento positivo oppure no, a seconda del punto di vista con cui lo guardiamo. Ovvero, siamo noi che creiamo la nostra realtà.