In seno alla galleria Berardi, alle spalle di Piazza Navona, dal 4 maggio al 10 giugno verrà ospitata una retrospettiva sul pittore Renato Tomassi (1884-1972). Evento accompagnato da una accurata monografia di Matteo Piccioni che delinea i tratti di questa personalità artistica espressione di una tendenza romana del Novecento.

Stile

Tomassi si rivela un seguace del filone tedesco secessionista di interpreti quali Otto Greiner e Sigmund Lipinsky. Costui esula dall’approccio avanguardistico accostandosi a un suo personale stilema dotato di una ratio e un progressismo che lo qualificano quale un habitus originale nel contesto novecentesco italiano.

Il tratto deciso, la lucidità compositiva, una purezza formale sono gli elementi caratteristici del suo apporto pittorico. Egli si staglia quale uno dei ritrattisti più quotati nel dopoguerra, focus del suo corpus artistico sarà il celebre quadro su Irene Ibsen, nel quale l’artista coglie l’indole delicata, ma allo stesso tempo volitiva, della nipote del drammaturgo. Il repertorio di Tomassi è composto anche da paesaggi e vedute dell’agreste romano. Si evince nell'artista una fede in un approccio stilistico che va oltre il sentire nazionale. Egli attinge a un complesso coloristico e emotivo "mitteleuropeo", deputato a una linearità, una trasparenza nella rappresentazione e una inflessibilità prospettica.

In mostra

L’iter espositivo comprende dalla fase più acerba di sperimentazione stilistica alla sua evoluzione più matura; dai primi lavori a china a dipinti pregni di un’enfasi delicata stigmatizzata da un colorismo tenue, ma tratti decisi. L’atmosfera di alcuni ritratti come “Ritratto di Andrea” risente della corrente del realismo magico, mentre la tensione dello scatto fotografico è presente nel piccolo nucleo di opere che ha come soggetto gli attendenti.

Tomassi infatti nel corso della sua esistenza sarà ufficiale a Trento, durante il conflitto mondiale, e sublimerà questa esperienza dolorosa nella sua arte, icastica, ma allo stesso tempo intensa.

La galleria Berardi offre uno spunto di riflessione su questo artista dai toni soffusi e incisivi, regalando una selezione accurata del suo repertorio, con l’intento di far conoscere le sonorità reali e misteriche di una poetica che ha rivolto lo sguardo oltre i confini delle Alpi, inserendosi in una dialettica figurativa di maggior respiro.