"La Moda, come le altre arti, può essere uno strumento per fare politica". La giovane stilista romana Lucilla Ferretti, in arte Drusilla, squarcia il muro patinato dell'haute couture presentando la sua terza collezione intitolata "My Vision": un grido di amarezza e di speranze tradite che faticano a tramontare. Dopo "Precious" e "Melting Pot" è l'indicibile animo umano al centro della verve creativa della giovane designer.

L'accettazione del caos

E' qui che Drusilla mostra la propria visione del mondo, un’arte che sopravvive alle divisioni e combatte un’Europa sempre più ipocrita.

Un continente che sbandiera la propria unità ma dove convivono una serie di anime desiderose di prevalere le une sulle altre. Un caos accettato forse troppo passivamente dalla nostra comunità e mostrato senza filtri da Drusilla. Gli abiti (taglia 40) sono stati indossati nella splendida cornice di Villa Ada a Roma dall’attrice Maria Valentina Principi, protagonista dell’ultimo video di Gigi D’Alessio “Ti innamori e poi”, e dalla modella Verdiana Meneghini.

"Un mito crollato"

“Il mito del melting pot è crollato – afferma senza fronzoli la giovane stilista romana -. I popoli della Terra non si sono fusi in un unico crogiolo. Le razze ancora oggi si limitano a convivere, mantenendo barriere le une con le altre. I nostri mari sono solcati da mezzi di fortuna carichi di disperati, che sperano invano nell’accoglienza di popolazioni strozzate da un’economia che crea paura, tensione sociale e - anche qui - divisione.

Eppure non smettiamo di sognare un mondo di bellezza, dove tutto possa acquetarsi, assumere senso. Dove si possa ricomporre una disgregazione che prima di tutto è dentro di noi, ma che la nostra anima allontana, rifugiandosi nell’arte".

"I miei abiti"

"Ho concepito tre abiti dove la stoffa senegalese si mescola, senza fondersi, con l’alcantara, come un Sud del mondo mai veramente accettato dall’Occidente opulento e conservatore.

Tagli asimmetrici, colori accesi che virano dal blu al marrone-giallo, simboli di popoli affamati di vita, compongono dei capi pret-a-porter di ispirazione classica, estivi e versatili, concepiti per essere indossati in qualunque ora del giorno. Gli altri tre capi della collezione sono invece abiti lunghi da sera, più legati all’alta moda, e rappresentano l’immagine che ho io dell’Europa attuale, culturalmente ricca e variegata, piena di potenzialità, ma incapace di pensieri e obiettivi realmente unitari. Anche qui ho dunque lasciato convivere le contraddizioni, mescolando stoffa scozzese con altre stoffe di provenienza occidentale. Ogni abito è un pezzo unico”.