Paolo Gianolio, chitarrista, arrangiatore e compositore, nei primi anni '80 membro del gruppo dance dei Change e dal 1985 al fianco di Claudio Baglioni per la realizzazione di tutti i suoi album e dei relativi tour, torna con un terzo album solista, "Euritmia", il primo che prevede anche delle tracce cantante oltre che strumentali.

Paolo Gianolio ci parla del disco recentemente pubblicato, del suo rapporto con Claudio Baglioni, del suo passato da artista dance, della sua opinione riguardo alla musica di oggi e dei talent show, e di ciò che lo attende nell'immediato futuro.

Ciao Paolo, di recente sei tornato con il tuo nuovo album solista, "Euritmia", il primo che presenta anche tracce vocali, oltre che strumentali. Parlacene un po'.

La voce è uno strumento che dà la possibilità di esprimere il proprio pensiero attraverso le parole. Un testo scritto su una melodia ne esalta la tessitura e rafforza le emozioni che si espandono in quel momento. Poter disegnare momenti della tua vita con vari colori come rime, sinonimi, riflessioni filosofiche, semplici frasi, rivelazioni, sentimenti e tanto altro ancora, completa e mette in risalto il significato musicale.

Come mai la scelta del titolo "Euritmia"?

Euritmia è un’arte nata nei primi del '900, che proponeva la visualizzazione dei movimenti delle parole e della musica, perciò si sposa bene con il concetto del mio lavoro.

Qual è la traccia di cui vai più fiero in "Euritmia" e perché?

Il brano "E Sia Così" esprime pedissequamente vari stati d’animo e momenti della mia vita, sono molto soddisfatto della melodia/armonia composta con influenze riconoscibili quasi a voler sconfinare in un’atmosfera lirica. È una bella canzone orecchiabile, ma non semplice, con un bel testo.

Dal 1985 sei al fianco di Claudio Baglioni come chitarrista, arrangiatore ed anche produttore di alcuni suoi dischi. Com'è il vostro rapporto dentro e fuori lo studio?

Un rapporto di stima reciproca che si dimostra tale durante le collaborazioni, tramite le proposte musicali di arrangiamento e produzione. Claudio Baglioni lascia molto spazio alla creatività e alla sperimentazione, quindi la discussione per impostare il lavoro è molto presente e accesa.

Terminata la giornata creativa comincia il relax ed esce la vena ironica, magari a tavola con un buon bicchiere di vino, ci si lascia andare ad aneddoti e storielle che fanno sorridere e distendere.

Il pregio ed il difetto più grande di Claudio Baglioni?

Il pregio è sicuramente aver scolpito su pietra parte della musica pop italiana. Il difetto? Scrive dei gran bei testi.

E, invece, quali sono i tuoi pregi e difetti più grandi, sia come persona che come artista?

I miei pregi si riducono ad uno per tutti: non sono approfittatore e opportunista. I miei difetti sono tanti e, sicuramente, "assentarmi" da chi mi sta parlando è uno dei più incivili.

Hai collaborato anche con artisti del calibro di Laura Pausini, Andrea Bocelli, Miguel Bosé, Fiorella Mannoia, Giorgia, Matia Bazar, Ornella Vanoni, Anna Oxa, Vasco Rossi e Patty Pravo.

Con quale altro artista desidereresti lavorare, se potessi farlo nell'immediato, e cosa faresti?

Il desiderio che mi segue da un po’ di tempo sarebbe poter realizzare un lavoro con soli strumenti acustici, grande orchestra, chitarre, percussioni, strumenti di varie etnie, e ad ogni brano duettare con un artista con cui ho collaborato. È un sogno, ma io credo ai sogni!

Paolo Gianolio però, ha anche un'anima dance: tra gli anni '70 e '80 hai fatto parte dei Change, band italo-dance che aveva addirittura Luther Vandross tra i suoi vocalist e, in seguito, hai arrangiato altri successi dance come, ad esempio, "Higher" di Vivien Vee. Ti manca un po' quel periodo? Rifaresti mai qualche altra esperienza nel settore, oppure hai completamente voltato pagina?

Più che altro, ritengo di essermi evoluto come gusto musicale, ma se ne avessi la possibilità lo rifarei immediatamente! Quelle esperienze mi hanno dato molto umanamente, in un periodo denso di possibilità creative.

Cosa ne pensi della dance music di oggi?

Risponderei con una domanda: qual è la musica dance di oggi? Credo sia difficile riconoscerla come tale, viste le mescolanze e la quantità di musica "tuttofare" che viene diffusa. Ieri si ballava con le canzoni, oggi si balla con una sola canzone.

E invece, qual è la tua opinione sulla musica italiana di oggi? I talent show che la stanno monopolizzando, la stanno danneggiando, oppure no?

Credo che la musica sia universo e universale, comprende qualità ma anche quantità, quindi ritengo che l’ago della bilancia dipenda molto da chi la ascolta.

Ci sono epoche dove la qualità affiora con prepotenza mentre, in altre epoche, come quella odierna, la quantità la fa da padrona. Poi l'ascolto passivo, disattento, della musica ne attiva la scarsa qualità. La musica che proviene dai talent show è musica industriale, nata per accontentare un po’ tutti.

Quali sono i tuoi progetti per questa seconda parte del 2017?

Sarò impegnato in vari concerti live in piccoli teatri, alcuni da solo e altri in gruppo...con qualche guest a sorpresa!