Tante persone molto spesso chiedono quale profondo significato si cela dietro questo nome, la risposta è molto complessa. Prendete "bauladu" e prendete le ultime due lettere, voilà. Sembra quasi una storiella per bambini. Una storia di coraggio, innocenza e successo.

2008 e l'inizio della crisi finanziaria

Prendete un gruppo di ragazzi annoiati, un paesino "lontano" dal mare, la carenza di eventi culturali in Sardegna.

Twist ending. No, non sono alcolizzati, ma a sorpresa, per la prima volta nella provincia di Oristano nasce una consulta giovani, la Consulta Giovani Bauladu.

Si ha davvero voglia di fare qualcosa, si respira un'aria strana, compare la cosiddetta "gana", cui giovani sono sprovvisti, almeno secondo l'80% degli anziani del paese.

Si parte.

"Cosa facciamo?"

"L'importante è che facciamo."

La Consulta Giovani Bauladu presenta la prima edizione del 'Du Festival. 18 luglio 2009, Askra, Train To Roots e Primochef del Cosmo. Line up composta dai maggiori volti della musica indipendente sarda, l'inizio non è per niente male. Gli organizzatori sono convinti, il festival può dire la sua, vale la pena continuare. Da lì in poi è tutto una favola, non priva di problemi, ma pur sempre una favola. Sul palco dell'anfiteatro di Bauladu negli anni saliranno giganti della musica indipendente italiana e internazionale come Verdena, Marlene Kuntz, Salmo, Africa Unite, Teatro Degli Orrori, Diaframma, Le luci Della Centrale Elettrica, Lee Ranaldo e il 7 agosto si aggiungerà a questo eccellente elenco anche Giovanni Lindo Ferretti, padrino del punk italiano.

Quanti, nel 2008, avrebbero anche lontanamente pensato che il leggendario chitarrista dei Sonic Youth avrebbe suonato sul prato di San Lorenzo? Nessuno, probabilmente nemmeno gli organizzatori stessi. Ce lo spiega bene Davide Corriga perché organizzare un festival in un paese di 700 abitanti, lui che è stato una pedina fondamentale per la realizzazione del festival e della Consulta in generale.

Ci spiega come un festival letterario come Ananti De Sa Ziminera, di cui si parla nell'articolo sopracitato, può muovere l'economia e di come la cultura può anche non essere considerata solamente come un contenuto aggiuntivo.

qual è la chiave per il successo?

Spesso le consulte giovani dei paesi vicini ci chiamano per raccontare la nostra esperienza, il perché lo facciamo, come abbiamo fatto a realizzare una cosa così grande contando solamente sulle nostre forze.

La cosa che più si avvicina alla chiave per il successo è avere voglia di fare, avere voglia di mettere da parte i problemi personali, lavorare come una squadra, come una vera famiglia. Se tutti corrono verso la stessa direzione anche portare migliaia di persone per un festival culturale a Bauladu diventa possibile.

Ogni anno siamo in migliaia, ogni anno diciamo che è l'ultima volta che lo facciamo. Le gambe cedono, la testa scoppia, troppa pressione, troppa stanchezza. Eppure ne siamo dipendenti, ogni anno ci ricaschiamo. D'alta parte è quello con cui siamo cresciuti, è quello che ci ha fatto diventare grandi.

Potranno passare anni, potrà succedere di tutto, ma se tra 30 anni qualcuno ci chiederà del 'Du Festival, credo che un sorriso e un nodo in gola non mancheranno mai.