Cinquant'anni, fa una massa uniforme di creature compare per la prima volta sugli schermi. Barcollano, hanno lo sguardo perso; l'unica cosa che li guida è la fame, il consumo di qualsiasi cosa. Sono gli zombie e segneranno per sempre l'immaginario collettivo, metafora della massa consumista, priva di autodeterminazione.

Era il 1968 quando un giovane del Bronx di ventotto anni, George A. Romero, si aggirava per il cimitero di Evans City, in Pennsylvania. Centomila dollari di budget e pellicole in bianco e nero per girare la storia di un assedio di morti in un paesino della East Coast.

Attori principali, Judith O'Dea e Duane Jones, due dilettanti. Poteva essere un film destinato alla polvere delle rassegne di paese: fu invece un successo da 30 milioni di dollari; e da miliardi di critiche.

La notte dei morti viventi: un fiume di polemiche

Incredibile, per i ragazzi di oggi, immaginare quante polemiche potessero sollevare un po' di sciroppo rosso di marca Bosco e la scelta di un attore nero, Duane Jones, come protagonista. Ancora prima dell'uscita, romero era riuscito a tirarsi addosso l'odio di repubblicani nostalgici, razzisti, femministe, associazioni di genitori e benpensanti. Manifesto contro la guerra del Vietnam, strumento di propaganda a favore dei diritti dei neri, rappresentazione maschilista della società, esibizione gratuita di violenza sanguinosa: del film si disse questo e altro, alimentandone fama e successo, fino alla consacrazione.

L'alba dei morti viventi: la critica al consumo senza cervello

Il suo secondo film sugli zombie, L'alba dei morti viventi (Dawn of the Dead, 1978), a quarant'anni dall'uscita rimane ancora attualissimo, col suo centro commerciale intasato di morti viventi. Tra i primi centri commerciali della storia, il Monroeville Mall, in Pennsylvania, dove furono girate le scene, nonostante l'evidente intento critico di Romero, è diventato da subito uno dei luoghi sacri dei fan del regista, che qui hanno organizzato numerose rassegne.

Frank Darabont, regista e ideatore della serie The Walking Dead, ha omaggiato il film in più puntate, anche se Romero non ne è stato per niente entusiasta.

Dalla notte all'alba, dal giorno alla terra: morti ovunque

Regista prolifico, nonostante i numerosi film girati da allora, George Romero sarà ricordato, più di ogni altra cosa, per il suo ciclo incentrato sui morti viventi.

Dopo la notte, l'alba; dopo l'alba, il giorno (Day of the Dead, 1985); poi La terra (Land of the Dead, 2005), Le cronache (Diary of the Dead, 2007), e infine L'isola dei sopravvissuti (Survival of the Dead, 2009), il suo ultimo film. Ora che George Romero se n'è andato risorgerà come loro? Forse sì, e magari non lo riconosceremo, perché dal 1968 i morti viventi si sono moltiplicati; armati di smartphone, hanno ribadito di voler rimanere tali.