Avevamo conosciuto Francesco M. Passaro ai margini di una presentazione letteraria a Massa Lubrense, dove la scrittrice Viola Ardone, sua cugina, presentava il suo primo titolo. Passaro ci aveva parlato del suo, di libro, in gestazione, "Attesa di giudizio (Iris4 edizioni)" che poi avevamo letto nel 2013. Lì avevamo conosciuto Vincenzo Zaccaria un avvocato praticone che aveva un dolore grande dentro ed una sindrome dell'abbandono che si fortificava sempre di più. Avevamo scoperto in quel frangente la lingua di Passaro - che di primo mestiere fa il penalista - lenta e riflessiva, ma anche poetica e saporita, che riportava “ l’inquieta distensione del presente nel futuro: (…) dove Lorenzo, nel peggio del peggio, imparava a restare in bilico sul tronco dell’attesa per eludere la morte apparente”.

Ora - un po' più scrittore e forse meno avvocato - l'autore ritorna in libreria con "La città dei sangui", un vero e proprio romanzo di formazione che parla di una Napoli che nasce e si propaga da Via Vergini e attraverso la vita della famiglia allargata Calascibetta perde pezzi in un'Italia che dai primi anni '70 dello scorso arriva ai giorni nostri.

Il primo a scappare da una Napoli che non sente più sua è Armando, che lascia il papà Mimmo e la madre Dora e soprattutto le sorelle Carla, Tonia ed Enza, la nonna e lo zio Gigino, contraltare ironico della famiglia. Scappato dal collegio Armando ripara prima a Firenze e poi,in omaggio alla gioia della fuga, è a Milano eppoi a Città del Messico dove ritrova l'amico Hidalgo con il quale scappò dal frate gobbo nel 1971.

Armando attraversa i cambiamenti politici e giuridici dei tempi ed è immigrato nella Metropoli umida e poco accogliente. Carla pensa a cucire borse anche se al liceo traduceva bene dal greco, mentre la sorella Tonia diventa medico e va a Roma ma iniziano i suoi guai con il marito giornalista Pellegrino.

Enza, la sorella sfortunata, combatte la sua battaglia contro la sclerosi multipla.

Mentre Carla scopre la sua omosessualità e lotta per i suoi diritti, Armando ritornerà con il suo carico "di racconti, emozioni, sfumature, tutto quello che mi passa per la testa". Nella città dei sangui religiosi - S. Gennaro e Santa Patrizia - e familiari, ritroveranno i flussi delle loro vite e cercheranno un po' di pace ai loro girovagari fisici e spirituali. Napoli è il luogo dove nasce questo travaglio creativo che dà vita..