Stamattina alle 6 è morto uno dei più grandi personaggi del panorama comico italiano. Paolo Villaggio ci ha lasciati all'età di 84 anni, dopo un periodo di degenza presso l'Ospedale Gemelli e nella clinica privata Paideia di Roma. L'attore genovese, nel corso della sua lunghissima carriera, ha dimostrato di essere un artista poliedrico, scrittore ed autore di testi (oltre che interprete), entrando nelle nostre vite per non abbandonarle mai più con il suo più grande personaggio, quel "piccolo" e buffo ragioniere Ugo fantozzi che ogni italiano conosce e porta nel cuore.

Sono tanti i personaggi interpretati da Paolo Villaggio entrati nell'immaginario collettivo: ricordiamo, oltre a Fantozzi, Giandomenico Fracchia e il folle e sadico professor Krantz, con i quali il comico inaugurò un nuovo umorismo, nevrotico e moderno, che perfezionò più tardi nella figura di Ugo Fantozzi. E proprio grazie all'impiegato del Cinema, l'attore è diventato un mito per intere generazioni, suscitando l'ilarità degli spettatori per decenni, e ancora oggi preso come metro di paragone per burlarsi di persone che, come lui, risultano "buffe e tenere".

Fantozzi, non solo una macchietta

Ma c'è dell'altro sotto la maschera di buffo istrione del ragioniere: Villaggio era troppo profondo per non filosofeggiare tra le righe impersonando il suo Fantozzi.

Egli rappresenta la ribellione - seppur ingenua e goffa - nei confronti di un sistema che discrimina, la resistenza che l'impiegato oppone ai comportamenti standardizzati, alle buone maniere ostentate, la "presa in giro" verso chi comanda, verso l'ideologia di sinistra che uniforma la sua società. Proprio per questo inserirà, in un famoso capitolo della saga cinematografica, la critica di un uomo comune al film "La corazzata Potemkin", definito dal ragioniere "una cagata pazzesca", un vero a proprio atto di coraggio di un diverso, che si distingue dalla massa consenziente ed asservita.

L'aggettivo "fantozziano" è quasi motivo di lustro se permette ad un uomo buffo ed inadeguato di resistere e ribellarsi alle trappole ideologiche.

I saluti di chi lo ha amato

Numerosi i messaggi che sono arrivati sui social e che continueranno a giungere nei prossimi giorni: Villaggio era un personaggio difficile, sincero fino alla brutalità, che sapeva arrivare dritto allo stomaco e che, anche nei momenti più tristi della sua vita, non ha mai perso la grande ironia che lo ha sempre contraddistinto.

Sua figlia Elisabetta lo ha salutato con un cuore ed un messaggio di addio su Facebook, mentre è su Twitter che il premier Gentiloni ha espresso il suo cordoglio. Il Presidente della Regione Liguria ha dato l'addio ad uno degli esponenti più illustri della regione, un grande genovese che ha ringraziato, dicendo: "Ci ha fatto ridere e riflettere come pochi".