Pare che i giovanissimi, oggigiorno, nemmeno sappiano chi fosse il ragionier Ugo Fantozzi. Tragedia. E, appunto per restare in tema "perdita", il 3 luglio 2017 è morto proprio il buon Paolo Villaggio (Genova, 1932 - Roma, 2017), padre e interprete dell'immortale personaggio. Aveva 84 anni ed era ricoverato da tempo a causa del diabete. Da qualche giorno, si trovava nella clinica privata "Paideia" di Roma, dopo essere stato seguito dal Policlinico Gemelli.

La pecora nera della famiglia

Fu una specie di "pecora nera": osservatore impietoso della realtà e umorista tagliente.

Paolo Villaggio veniva da una famiglia colta e agiata, ma non ne seguì le orme. Abbandonò gli studi di Giurisprudenza per darsi a molteplici esperienze: cameriere, speaker della BBC, intrattenitore sulle navi da crociera, cabarettista. Fu impiegato dalla Cosider come organizzatore di eventi aziendali. E questa fu la prima genesi del suo Fantozzi.

Fantozzi d'Italia

Naturalmente, il personaggio di Ugo Fantozzi non si compone di un solo elemento. Cominciamo dal cognome, che non è d'invenzione. "Fantozzi" (o la variante "Fantuzzi") è piuttosto diffuso sullo Stivale. Designa anche un casato nobiliare, che ha dato il nome a Palazzo Fantozzi (o Palazzo Fantuzzi) a Bologna: progettato nel 1517 da Andrea da Formigine.

Il casato ottenne il senatorato da Giulio II nel 1506, con un Bonifacio. Il cognome sarebbe nato da accrescitivi di tipo dialettale, derivati da "Fante". A sua volta, questo nome proverrebbe da "Bonfante". Il capostipite è ignoto. Il palazzo bolognese fu terminato nel 1680, quando Carlo Ridolfo Fantozzi fu eletto Gonfaloniere.

I Fantozzi, gemelli diversi

Qualcuno sa che Paolo Villaggio aveva un fratello gemello? Sì, ma non si somigliavano per nulla. Si chiamava Piero Villaggio (Genova, 1932 - Rapallo, 2014). Si laureò nel 1957 all'Università di Genova come ingegnere civile. Dal 1966, insegnò Scienza delle costruzioni all'Università di Pisa, della quale fu nominato professore emerito.

Dal 1982, tenne un corso di Idrodinamica classica e meccanica dei continui alla Scuola Normale di Pisa. Fu professore visitatore alla John Hopkins University di Baltimora, alla Heriot-Watt University di Edimburgo e alla Minnesota University di Minneapolis. È stato considerato uno dei maggiori esperti mondiali di teoria dell'elasticità. Negli Stati Uniti, è probabilmente più conosciuto del versatile fratello scrittore, attore e showman.

L'Italia del secondo dopoguerra

Si direbbe che i "gemelli diversi" Villaggio si siano specularmente divisi l'ingegno. Se a Piero è toccato il genio rigoroso e matematico, a Paolo è stata data la filosofia visionaria. Una filosofia che viene dall'essere stato uno dei primi figli del secondo dopoguerra, coi mutamenti socio-economici che hanno cambiato per sempre la vita degli italiani.

Da ragazzino, Villaggio conobbe lo stupore del trovarsi davanti a tanti soldati stranieri. La guerra si materializzò nella sua esistenza sotto forma di una salva sparata dalla marina britannica dal largo di Portofino (e che sbagliò bersaglio). Coca-cola e cibi in scatola furono, per la sua generazione, autentiche novità, più o meno gradite. Per non parlare di quella novità del design che fu la "poltrona sacco", strumento del supplizio di Fracchia.

Villaggio, filosofo dell'umorismo

Dallo stupore all'umorismo il passo è breve. Che altro è l'umorismo, del resto, se non un senso di estraneità al reale? Strana ed estranea era l'Italia del dopoguerra, per chi era giovane allora. E lo spirito "genio e sregolatezza" di Paolo Villaggio sembrava fatto apposta per captarla in tutte le sue dimensioni.

L'hanno capito anche gli organizzatori del Festival Filosofia di Carpi, che hanno invitato il comico genovese nel 2010. Quale altro filosofo avrebbe saputo ritrarre quell'essere sfuggente, ma sempre nominato che è l'italiano medio? Una figura fatta di tic, preoccupazioni quotidiane, appuntamenti imperdibili alla televisione, sogni non realizzati, frustrazioni, scatti di carriera che non arrivano mai... e di tante piccole cose di cui essere felici, in fondo in fondo. Perché il posto fisso in ufficio, la "moglie mostro" e la "figlia scimmia" non sono il massimo... ma non deludono mai.