Inaspettato e scioccante lutto nel mondo della musica. A soli 41 anni, il cantante dei Linkin Park, Chester Bennington, si è impiccato a Palos Verdes Estates, a Los Angeles. Il corpo del cantante è stato trovato privo di vita il 20 luglio e sono stati i report di TMZ a dare la notizia che in pochi minuti ha letteralmente fatto il giro del mondo. Secondo quanto è stato confermato pare che Bennington soffrisse ormai da diverso tempo di depressione. In passato ha dovuto lottare per tenersi alla larga dai suoi problemi di dipendenza da droga e alcol.

Chester Bennington un bad boy che ci ha lasciato troppo presto

Una vita tormentata, quella di Chester Bennington, che dai 7 ai 13 anni venne molestato da un ragazzo adolescente. Già in passato aveva considerato di togliersi la vita perché tormentato dal suo passato. Trovò il coraggio di denunciare, di rialzarsi, pur continuando ad avere difficoltà. Soffrì di dipendenza da droghe pesanti, tanto che a soli 18 anni venne arrestato. Si spostò da una scuola all'altra fino a quando, nel 1995, ottenne il diploma presso la Washington High School.

Il suo grande incontro con il mondo della musica avviene nel 1993: amava i Depeche Mode e gli Stone Temple Pilots. Ispirazioni che gli hanno permesso di inseguire il suo sogno di diventare un cantante.

Ha iniziato con i Sean Dowdell and His Friends? per passare poi ai Grey Daze. Ma la vera svolta arriva nel 1998: Jeff Blue era alla ricerca di un cantante e pensò proprio a Bennington. Nel 2000 la band prese il nome di Linkin Park e il 24 ottobre dello stesso anno arrivò l'album d'esordio Hybrid Theory. Fu il più grande successo del cantante, che con questo disco riuscì a vendere oltre 27 milioni di copie in tutto il mondo.

La stella dei Linkin Park lascia sei figli

Bennington ha lasciato sei figli, che ha avuto dalle sue due mogli. Difficile dire al momento se le sue dipendenze possano aver giocato un ruolo fondamentale nel suo suicidio.

Subito dopo la sua morte i fan hanno iniziato a esprimere il proprio dolore sui social network, facendo emergere alcune curiosità che sono davvero particolari.

Tra queste si scopre che Bennington aveva cantato "Hallelujah", brano storico di Leonard Cohen, durante il funerale del caro amico Chris Cornell. Quest'ultimo, cantante di Soundgarden e Audioslave, si era tolto la vita lo scorso maggio. Anche lui si impiccò in una camera d'albergo. Ma non è tutto: Cornell, proprio il 20 luglio, avrebbe festeggiato il suo compleanno numero 53.

Curiosità a parte è certo che la sua voce piena, straziante, ricca di rabbia, passione e dolore resterà uno dei più importanti patrimoni del mondo della musica.