Nell'estate incandescente che sta caratterizzando questo 2017, è stato divulgato un volume dello stesso tenore, non fosse altro che per ragioni di valore semantico: il rock è sempre stato associato alla vitalità e alla libertà espressiva e quindi, metaforicamente e tout court, è spesso definito anch'esso "incandescente". Il titolo del libro è "In nome del rock italiano" (di Parisi e Romero, stile LIBeRO 2017). Un nome che ha anche dei risvolti intriganti.

Intanto lascia comprendere con chiarezza il tema centrale della narrazione: si parla di rock, certamente, ma di un rock preciso, quello della penisola italiana.

Un altro dato interessante viene dalla considerazione del cipiglio insito nella titolazione, che parte da un convinto "In nome di…". Insomma, ci si trova al cospetto di un fraseggio verbale che spazia tra il patriottico, il burocratico e perfino il politico. E sicuramente gli autori sono partiti dal - più che conosciuto - sintagma: "In nome del popolo italiano". Tutto questo segnala la passione che i due scrittori hanno voluto immettere nelle pagine della loro pubblicazione.

Il contenuto del volume

"In nome del rock italiano", pubblicato il 10 agosto 2017 è, a dispetto del titolo, particolarmente organizzato in difesa, un volume agile e di veloce lettura. Queste sue caratteristiche lo rendono adatto per tenere impegnato il lettore nel suo tempo libero.

Insomma, nessun appesantimento che possa far desistere il pubblico dal leggerlo. Il testo è principalmente suddiviso in una prima parte squisitamente di marca narrativa e in una seconda sezione antologica che riassume i nomi degli artisti italiani che - anche se non strettamente legati al mondo del rock come Domenico Modugno - hanno contribuito a far evolvere la musica nostrana verso uno stile internazionale.

La narrazione e gli autori

Il racconto iniziale, quello che apre il libro, ha come quinte scenografiche l'evento principe di quest'estate musicale. Ovviamente, poiché si sta parlando di rock italiano, il riferimento non può che essere Vasco Rossi, autore rock per antonomasia, con un inevitabile collegamento al maxi-concerto tenuto al Modena Park.

Un plauso particolare va all'autore del racconto che, per tutta la durata del testo, non cita mai il nome del cantautore. I nomi utilizzati sono sempre legati a denominazioni che, nel tempo, questo artista si è guadagnato sul campo del rock. Di conseguenza, il lettore si imbatterà in "Il Komandante", il "cantautore di Zocca", "l’autore di C’è chi dice no", etc.; un escamotage che rende interessante e curiosa la fruizione del testo.

Gli autori sono, per la parte narrativa, il cantautore bolognese Mimmo Parisi, mentre la sezione antologica è stata curata da Diego Romero, blogger e appassionato di musica cantautorale.