Ci siamo, il tempo delle attese sta per finire: divisi in quattro location differenti, i giudici di X Factor hanno fatto le loro scelte. È tempo di annunciare i dodici partecipanti ai live, dunque, ma anche di tirare le somme sulla fase di queste eliminatorie che, rispetto all’edizione precedente, hanno mostrato molti più talenti e personalità interessanti.

Le polemiche e le perplessità non mancano ma c’è una cosa da dire: le location degli Homevisit di quest’anno sono sicuramente scenografiche abbastanza da distrarre gli spettatori da certi strafalcioni dei giudici, che potrebbero costare loro caro.

Dubai, Venezia, Tindari e Manchester sono i luoghi dove i giovani, futuri concorrenti dell’undicesima edizione sono stati chiamati ad esibirsi. E quattro sono gli ospiti d’eccezione – tutti protagonisti del panorama musicale, nostrano e non solo – che hanno aiutato Mara Maionchi e colleghi a decidere chi fosse pronto per il palco e chi, più semplicemente, non fosse fatto per il mondo del pop mainstream.

Quando essere troppo bravi è un difetto

Si comincia di gran carriera, con un video-messaggio dei giudici ai cinque concorrenti rimasti in ogni categoria e un avvertimento: nonostante le location d’eccezione, da ora in poi si fa sul serio e nessuno sbaglio sarà perdonato. Fedez, che accoglie quattro dei cinque ragazzi – Samuel viene ospitato a Lucca, per problemi legati al suo espatrio – annuncia un’altra, ostica novità di quest’anno: saranno i giudici a scegliere su quali canzoni i concorrenti daranno prova del loro valore e questi ultimi avranno solo ventiquattro ore di tempo per prepararsi.

Fin dai primi momenti delle assegnazioni, Fedez dimostra la vera finalità di questa decisione: capire fino a che punto arrivino le potenzialità dei partecipanti, prima di portarli ai live. Mentre Samuel esegue una splendida cover di Ordinary People nel backstage di uno dei concerti lucchesi di Fedez, dimostrando ancora una volta non solo grandi capacità vocali ma anche cuore e profondità nell’esibizione, i suoi diretti concorrenti camminano nella cornice di lusso stordente dell’Atlantis The Palm.

E forse saranno i troppi luccichii, forse sarà l’atmosfera ultra-terrena della stanza sottomarina dell’hotel in cui si svolgono le audizioni, ma Lorenzo Bonamano si blocca davanti a Fedez e Francesca Michielin. Quest’ultima lo rassicura e alla fine Lorenzo è costretto a eseguire il brano di De Gregori che gli è stato assegnato, leggendo il testo e con voce incertissima.

Non ci sono incertezze invece per Kamless, che realizza una buona cover di Chris Rock con la sua voce cristallina, ma il giudice degli Under Uomini decide di seguire l’istinto: è sicuro che Lorenzo abbia molto da dare e prende quest’ultimo ma non Kamless, per evitare rassomiglianze e sovrapposizioni fra i suoi concorrenti. Se Samuel aveva dimostrato fin da subito di essere la scelta giusta, l’altro dilemma si apre fra Nico Arezzo e la sua cover di Bruno Mars e Gabriele Esposito, che con la sua ottima esibizione dimostra ancora una volta a Fedez che non è il caso di fare lo stesso errore di Arisa. È così che l’ultimo posto tocca a Gabriele. Resta il rammarico per Nico, che aveva stupito alle audizioni con la sua performance piena di energia sulle note di Prince.

Forse, nonostante tutto l’istinto di Fedez, Lorenzo era ancora troppo immaturo per la competizione ma le scelte, ormai, sono fatte.

Ben altri grattacapi attendono invece Mara in quel di Venezia. Coadiuvata dall’ingegnere Stefano Belisari, in arte Elio di Elio e le Storie Tese, Mara Maionchi decide di testare fino in fondo le debolezze e le potenzialità dei suoi concorrenti. Si esibiranno tutti nei giardini dello splendido Palazzo Vedramin-Calergi, accompagnati dal quartetto d’archi più pianoforte del Gaga Symphony Orchestra. Il primo a esibirsi, sulle note di Symphony, è Lorenzo Licitra: con la sua duttilità di cantante lirico amante del pop strappa un ‘bello e bravo’ a Elio che, pienamente soddisfatto, consiglia a una Mara già convinta di prenderlo, come poi accadrà.

Altra conferma della serata è il pizzaiolo Andrea Radice: nonostante l’emozione e l’enorme responsabilità di esibirsi in una cover di Quando di Pino Daniele, ci mette tutta la sua bella voce e il suo cuore, conquistando l’approvazione sia di Elio sia, più tardi, di Mara.

Non sarà un pieno successo, invece, né per Valerio Bifulco, né per Andrea Spigaroli. Il primo interpreta con la sua voce sporca e graffiante Completamente dei Thegiornalisti ma per Mara Maionchi, nonostante la bravura, non è adatto a una competizione come quella di X Factor. Il secondo è impeccabile, forse troppo, su Something Just Like This e Mara Maionchi non manca di fargli notare che la distanza che crea dallo spettatore e il suo modo di trattenersi quando canta lo rendono troppo freddo.

Gli preferisce invece il ribelle Enrico Nigotti, che si esibisce in un’interpretazione sorprendentemente personale di Ho Visto Nina Volare. Nonostante le perplessità di Elio sul suo aspetto belloccio e sul corpo disseminato di tatuaggi, Mara è soddisfatta della sua performance e, scegliendo Enrico, completa la sua rosa dei partecipanti.

Le spalle larghe di Levante e i guizzi di originalità di Manuel

Tocca poi a Levante fare la sua scelta e il posto in cui decide di ospitare i suoi Homevisit è la sua Sicilia. Le ragazze partono per Tindari ma è nel Teatro Greco della città, in un panorama completamente naturale, che finiscono per esibirsi. Levante assegna loro tutti pezzi italiani, per metterle alla prova fino in fondo, e la prima a cadere sotto la pressione è proprio Isaure.

Non si trova a suo agio con l’italiano e, sotto consiglio di Noemi – che coadiuva la cantautrice siciliana – è costretta a interpretare con poca convinzione la Descrizione Di Un Attimo leggendo il testo. La sua cattiva performance farà decidere quasi subito a Levante di non ammetterla ai love.

Brillante è invece l’interpretazione che fa Camille Cabaltera di Meravigliosa Creatura, forse un po’ troppo lirica, come noterà la stessa Levante: la sua potenza vocale è comunque indiscussa e le fa guadagnare un biglietto di sola andata per i live. Molto poco convincente è invece Virginia Perbellini nella sua versione di Giudizi Universali. Più abituata a cantare in inglese che in italiano, ne esce penalizzata ma Levante decide comunque di preferire lei a Francesca Giannizzari, brava ma forse non dotata della stessa personalità di Virginia.

L’ultima a esibirsi ma la seconda a essere scelta è Rita Sofia Bellanza, con un’altra interpretazione sorprendentemente profonda e tormentata di Io Che Amo Solo Te. Levante è preoccupata, perché la vede fragile come cristallo, ma è sicura che Rita sa essere più resistente di un diamante e decide di fidarsi di lei e ammetterla ai live.

Ultimo della serata è Manuel Agnelli che, accompagnato dalla cantante Skin, cercherà di decidere quale gruppo ammettere ai live in quel della Albert Hall di Manchester. Le sue scelte sono forse le più contestate e vanno in direzione opposta persino alle indicazioni e alle preoccupazioni di Skin. Decide di scartare Ana e Carolina, duo suggestivo ma che ancora una volta, nella cover di Say Something, dimostra di non avere l’esperienza e la capacità necessarie per colpire fino in fondo.

Dove invece Manuel si impunta nonostante ogni considerazione contraria, è sul duo di Sam&Stènn: la loro ennesima esibizione, una cover di Sweet Harmony, è troppo parlata, a tratti troppo astrusa e destrutturata. Per Manuel sono originali ma l’impressione di Skin è che dietro le coreografie elaborate non ci sia un vero talento artistico e, soprattutto, manchi una voce vera che sappia cantare.

Nonostante alcune somiglianze nello stile e nelle esibizioni, Manuel decide invece di prendere sia i Måneskin che i Ros: i primi hanno dalla loro un frontman carismatico e la capacità di rielaborare persino un pezzo di Ed Sheeran, trasformandolo in rock urlato. I secondi non hanno solo una frontman eccellente – anche se Skin non può fare a meno di notare le sue carenze nella pronuncia dell’inglese di Believer – ma sanno essere molto versatili e sanno imporre la loro presenza sul palco.

Non ce la fanno, invece, gli Heron Temple: la loro cover di Una Settimana, Un Giorno convince molto sia Manuel sia Skin ma il primo quest’anno ha deciso di iniziare un discorso diverso per il talent e non vuole puntare all’ambito cantautoriale.

Gli Homevisit si concludono e Alessandro Cattelan può finalmente annunciare che dalla settimana prossima si fa sul serio: cominciano i live e sarà allora che si vedrà se l’istinto dei giudici ha fatto cilecca oppure ha avuto ragione di tutte le critiche del pubblico.