"Esistono i baci e poi i baci feroci. I primi si fermano entro il confine della carne; i secondi non conoscono limiti. Vogliono essere ciò che baciano. I baci feroci non vengono dal bene né dal male. Esistono, come le alleanze. E lasciano sempre un sapore di sangue". Si chiude così l'incipit del nuovo Libro di roberto saviano, letto da una ragazza di origini cinesi, per introdurre Roberto Saviano nella serata torinese del tour di presentazione del suo nuovo libro, "Bacio feroce".

L'inizio

Le Officine Grandi Riparazioni di Torino, sold out per l'evento, (splendida location, fra l'altro) hanno ospitato sul palco, insieme all'autore, quattro ragazzi, di cui tre ancora in attesa della cittadinanza italiana.

Il tema dello ius soli, molto caro a Roberto Saviano, ha accompagnato il pubblico durante tutta la serata alla scoperta dei contenuti del suo nuovo libro. Un libro che prosegue il filo narrativo iniziato da Saviano con "La paranza dei bambini", quello di una nuova categoria di delinquenza che si sta rapidamente affermando in tutte le periferie del mondo: i giovani, nuovi capibanda e manovalanza della delinquenza organizzata. Il racconto narra infatti le vicende che porteranno un ragazzino di 14 anni a diventare capobanda camorrista sino alla sua morte, avvenuta a soli 20 anni.

La serata

Saviano ha condotto la serata raccontando il libro e le sue opinioni, sollecitato dalle domande dei quattro ragazzi, ideali rappresentanti del pubblico dei lettori.

Saviano ha contestualizzato il suo lavoro nella realtà quotidiana che tutti sperimentiamo, rendendo il libro accessibile, chiaro ed ancorato al vissuto. Narrare la realtà romanzandola. Si potrebbe definire il marchio di fabbrica di Saviano. Durante la serata infatti, più volte, l'autore si è soffermato sulla vera identità del personaggio del libro, sino a mostrare al pubblico un filmato, postato su Facebook, di alcune immagini del capobanda.

Per l'autore questo disagio nasce dall'emarginazione e dall'impossibilità di realizzazione che i giovani oggi sperimentano in ogni dimensione sociale, non solo nelle periferie. cambiano i modi e gli strumenti certo, ma le modalità finali restano identiche: arrivare in fretta al successo, ai soldi. Lo ius soli, diritto di cittadinanza negato a 800.000 ragazzi nati in Italia, diventa così la negazione di altri diritti come il lavoro giustamente remunerato, l'accesso ai mutui, la possibilità di realizzarsi socialmente.

Si crea allora una zona d'ombra, grigia, dove tutto può sembrare diventare lecito, e la tentazione molto forte. I diritti riconosciuti sono la luce che permette ai giovani l'opportunità di tentare di vivere con pienezza la propria vita, in ogni condizione. E scegliere di morire a soli vent'anni diventa molto più difficile.

Al termine della serata i quattro ragazzi hanno raccontato la loro storia presentando alcune assurdità, burocratiche e non, legate al loro stato di cittadini che si ritrovano italiani ma dall'Italia non sono riconosciuti. Spesso queste assurdità spariscono nelle descrizioni politiche. Attenzione che non spariscano anche ai nostri occhi.