Testi ragionati e riflessivi, pregni di citazioni, crudi nel contenuto ma raffinati nello stile, associati ad un sound al passo coi tempi ma strettamente legato alle sonorità hip hop più calde e tradizionali, che ben poco hanno a che spartire con il trend elettronico dominante in questa particolare fase storica.

Sono questi gli ingredienti principali di 'Requiem', ultima fatica di claver gold, che ha confermato con questo ultimo lavoro tutto il suo spessore artistico, ottenendo, sin dalle ore immediatamente successive alla pubblicazione del disco, un esaltante riscontro sia da parte del pubblico che della critica.

Il rapper originario delle Marche, in una recente intervista rilasciata ai microfoni de 'La Stampa', oltre a svelare numerosi aneddoti relativi alla lavorazione del disco, si è espresso in maniera a tratti molto critica nei confronti dell' attuale panorama rap del nostro paese.

Gnomi, folletti e giullari

L'autore di 'Requiem' ha spiegato come, secondo il suo punto di vista, il rap nel corso degli ultimi anni avrebbe "incorporato la confusione generazionale", trasformandosi in ciò che Claver Gold ha definito come "uno spettacolo con gnomi, folletti e giullari".

"Si è persa la voglia di rivalsa sociale, di unione nel combattere un nemico comune. Oggi il rap è percepito soltanto come una musica, non più come una disciplina appartenente a una cultura ben più grande", ha dichiarato successivamente il rapper, aggiungendo poi: "Ora che va di moda tutti provano a cantare, senza però avere la benché minima idea di cosa sia il rap e da dove venga".

Buoni e cattivi del rap italiano

Nell'arco di tutta l'intervista l'artista marchigiano ha continuamente e fermamente preso le distanze dalle cosiddette evoluzioni contemporanee del rap, definendo esplicitamente la sua musica come "un tentativo di provare che si può fare rap anche in un altro modo", superando la convinzione che la musica di qualità – quando qualità è sinonimo di contenuto e/o messaggio sociale – sia di difficile fruizione per le masse, e quindi destinata a non avere successo.

Secondo Claver Gold è infatti possibile produrre del rap di qualità pur realizzando dei testi carichi di significato e per certi versi complessi, capaci di stimolare una riflessione negli ascoltatori. L'autore di Requiem è arrivato addirittura a teorizzare un'ipotetica battaglia tra i buoni e i cattivi del rap italiano, specificando di appartenere alla prima squadra, queste le sue parole: "Spero che la battaglia inizi presto, noi facciamo comunque parte della squadra dei buoni".