È andata in onda ieri, 22 dicembre, l'ultima puntata di "Gomorra", celebre serie ispirata ai libri di Roberto Saviano che narra delle imprese malavitose del clan camorrista dei Savastano. La fiction ha riscosso notevole successo non solo in Italia ma anche all'estero, guadagnandosi il terzo posto fra le serie migliori del 2016 secondo il "New York Times" (condividendo il podio solo con "House of Cards" e "Game of Thrones").

Successo e responsabilità

Il successo della serie è tale da preoccupare il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, il quale ha dichiarato che ritiene pericolosa l'influenza del serial sui più giovani, facendo specifico riferimento al ragazzo accoltellato, apparentemente senza motivo, da una gang di minorenni nel quartiere Sanità del capoluogo partenopeo.

Il rischio denunciato dal primo cittadino è quello che i giovani possano prendere i protagonisti della fiction come un esempio e adottino, per imitazione, condotte criminali per rendersi visibili ai boss della zona o semplicemente per divertimento legato all'emulazione dei loro personaggi preferiti.

Saviano difende la serie da lui curata, dichiarando che ha lo scopo di mostrare la perversa mentalità e il comportamento camorrista: molti telefilm, film o romanzi di grandissimo successo trattano di temi legati alla criminalità, e non per questo vengono considerati un esempio negativo per il loro pubblico.

Il dibattito aperto riguarda le narrazioni negative: sebbene siano sempre esistite, e più di una volta abbiano prodotto veri e propri capolavori, devono sempre tener conto dell'impatto che possono avere sulla popolazione legata all'apparire, all'acquisire visibilità, nonostante il modello imitato sia un efferato criminale.

Non possiamo sapere quali siano le responsabilità della rappresentazione di realtà negative, poiché una volta comunicate sono interpretabili soggettivamente, e talvolta vengono completamente travisate, ma ugualmente non possiamo esimerci dal rappresentarle, poiché ci precluderemmo tutta la conoscenza e la consapevolezza che ci viene dal fruire di queste narrazioni.

Rappresentazione e realtà

Un'altra controversia sollevatasi con il successo di "Gomorra" è quella legata al fenomeno di sparatorie casuali a scopo intimidatorio rappresentate nella serie, dove vengono definite "stese" (proprio perché la gente, per evitare i proiettili vaganti, si stende a terra), che sembrano un fenomeno intensificatosi parallelamente alla diffusione della serie stessa.

In questo caso siamo di fronte ad un altro dilemma: è "Gomorra" che imita la realtà criminale, o è la criminalità campana che si ispira al libro, al film e alla serie di successo? La fotografia della criminalità organizzata per alcuni è così tanto veritiera da rappresentare una realtà che sta accadendo in tempo reale, mentre per altri è un messaggio così potente da modificare la realtà stessa.

Per alcuni il racconto è una modalità di rendere evidente una parte di realtà, romanzando fatti realmente accaduti; per altri è individuare una condizione, potenziarla grazie al riscontro mediatico da essa suscitato, e dare adito ad una sua riproduzione, soprattutto da parte dei più deboli e influenzabili.

Se da una parte abbiamo la missione di far conoscere il fenomeno mafioso al mondo, in tutta la sua lucida crudeltà, dall'altra abbiamo una responsabilità sociale che pesa tanto quanto il successo della serie stessa.