Attendevamo l'ultimo Ridley Scott e non ci ha deluso. "Tutti i soldi del mondo" è stato tratto dal saggio omonimo di John Pearson con la sceneggiatura di David Scarpa e ci racconta la storia del rapimento in una Roma del 1973 di John Paul Getty III° (Charlie Plummer), il nipote 17enne dell'uomo all'epoca più ricco del mondo e di sempre John Paul Getty (Christopher Plummer). Mentre il rapimento - l'anonima è quella di Fiumara in Calabria - è in atto, Scott intermezza il thriller con inserzioni della vita dei Getty. John Paul I° diviene ricco con l'estrazione del petrolio e trascura il suo unico figlio che invece vive al verde con la moglie Abigail "Gail" Harris (una straordinaria Michelle Williams) e con i tre figli.

Poi il riavvicinamento con il capostipite che prende a cuore le sorti soprattutto del nipote Paul. Il magnate è un uomo che vive nella logica del "di più" senza alcun legame se non con la capacità ricreativa all'infinito dell'argent. Ma mentre Paul Getty II° scivola nella droga e si separa da Gail avviene il rapimento figlio della stessa logica del Patriarca: ogni uomo ha un prezzo, basta solo individuarlo.

Lo sguardo laico compassionevole della Williams

Dopo il rapimento Paul I° ritiene utile non pagare i 14 milioni di dollari richiesti, mentre a Gail - in uno stato di desolazione guerresca - fa affiancare un ex agente della Cia, ora negoziatore, Fletcher Chase (Mark Walhberg). In un primo momento Chase segue piste sbagliate credendo che ci siano di mezzo le Br e che Paul III° sia in combutta con i rapitori, ma poi scopre la pista giusta.

Si entra nella logica della trattativa - anche se la primitiva banda di balordi ha venduto il ragazzo alla potente 'ndrina ndranghetista dei Mammoliti - il cui capo è interpretato da Marco Leonardi - e si assiste al braccio di ferro tra Gail ed il petroliere. Il finale della vicenda - si tratta di un fatto di cronaca veramente accaduto - è noto a tutti.

Ma la lettura che ne dà Scott è quasi evangelica: la forza di una madre che ha dei figli - "che sono ostaggi della fortuna" - può piegare qualsiasi dura cervice monetaria. Nel tempo del dolore anche un miliardario può pregare davanti ad una icona della Madonna con Bambino. Lo sguardo finale della Williams è da Oscar con quell'incontro tra compassione e perdono. In questo tempo zeppo di messaggi pubblicitari e di fiction sono le sole clausole da contrapporre alla "lunga marcia del denaro" ipotizzata in un editoriale del 1 gennaio 2000 da Guido Ceronetti?