Chiamatelo scherzo del destino, chiamatela divina Provvidenza, ma la “prima” della Carmen di Bizet, stravolta nel finale per volere del regista Leo Muscato e del sovrintendente Cristiano Chiarot, non è finita nel migliore dei modi: non solo la pistola con cui Carmen doveva uccidere Don José si è inceppata e non ha sparato, ma il pubblico ha sonoramente fischiato la modifica del finale.

Finale dell'opera modificato "contro il femminicidio"

Nell’opera originale, messa in scena per quasi 150 anni, la protagonista Carmen muore pugnalata da Don José, accecato dalla gelosia per esse stato lasciato in favore del torero Escamillo.

A Firenze, sovrintendente e regista si sono messi in testa di dare un “segnale forte contro il femminicidio”, decidendo di cambiare radicalmente la conclusione: Don José non pugnala la sigaraia ma la aggredisce con un bastone, Carmen si difende, afferra la pistola del suo aggressore e gli spara, uccidendolo per legittima difesa.

Tutti contenti - apparentemente – a cominciare dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, ma è andata male se non malissimo: in occasione della “prima” andata in scena ieri sera, l’arma ha avuto un problema e quando Carmen ha premuto il grilletto si è inceppata. Il colpo non è partito e a questo punto il tenore Roberto Aronica si è trovato a sfiorare due volte il ridicolo: non solo “è morto” in scena senza che nessun colpo sia stato sparato, ma si è trovato costretto a cantare “Vous pouvez m'arrêter...

c'est moi qui l'ai tuée!” (Mi potete arrestare, sono io che l’ho uccisa!). Perché il regista ha modificato la conclusione dell’opera, ma ha lasciato intatto il testo originale, praticamente impossibile da cambiare se non portando a termine una grave offesa all’opera di Bizet.

Fischiati sonoramente regista e sovrintendente

Il pubblico (tutto esaurito al Teatro del Maggio Fiorentino) non ha per nulla gradito il cambio di finale: forse anche grazie all’imprevisto inceppamento dell’arma, su regista e sovrintendente sono piovuti fischi e “buuu!” da platea e palchi, mentre sono stati applauditi gli interpreti, compresa il mezzosoprano Veronica Simeoni che ha interpretato Carmen.

L’opera resterà in scena sino al 13 gennaio. Dopo l’esito della prima, forse è il caso che la regia attui un ripensamento. Già non è stato facile digerire la diversa ambientazione, dalla Spagna ottocentesca a un campo rom negli anni ’80 con i toreri sostituiti da zingari, se anche un’arma di scena si rifiuta di fare il suo dovere potrebbe essere un segno che questo stravolgimento “non s’ha da fare”.