Federica Vincenti in arte Luna studia canto da quando era un'adolescente. All’età di 19 anni è entrata nell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” di Roma per frequentare corsi di recitazione, di canto lirico e pianoforte fino a diplomarsi nel 2005. Successivamente, frequenta seminari di perfezionamento di canto, ma il suo precorso artistico inizia dal teatro. Infatti, dal 2006 prende parte a più di venti show teatrali assieme alle figure più rappresentative del teatro italiano. Tra i più importanti, in ”Spoon in River”, assieme a Mariangela Melato, interpreta brani di Barbra Streisand; ne Il mercante di Venezia in prova” con Moni Ovadia, interpreta i brani di John Dowland, diretta da Roberto Andò; nello show “Italia Mia” di Vincenzo Cerami canta sulle musiche di Nicola Piovani .

Per di più, lavora assieme a Michele Placido, Giorgio Arbertazzi , Riccardo Donna e Claudio Bonivento per il cinema e la televisione. Negli ultimi dieci anni, produce per Goldenart Production dodici spettacoli teatrali e sei pellicole cinematografiche. In occasione della “Notte Bianca della legalità 2015” e della “Giornata Nazionale per la salute della donna” interpreta “Hallelujah” di Leonard Cohen. Da anni, lavora per il teatro focalizzandosi su progetti di musica dream pop assieme all’autore Mauro di Maggio e di post-classica assieme al compositore Luca D’Alberto, musicista per Tanztheater Pina Bausch di Berlino e per Peter Greenaway e Sakia Boddeke. Nel 2016 partecipa al talent show di The Voice of Italy all’interno della squadra di Raffaella Carrà.

Nel 2017 ottiene una collaborazione con l’album “Vitae” del compositore Davide Cavuti, interpretando il brano inedito scritto dall’autore, “Your Princess”. Nel settembre scorso esce il singolo e il videoclip “Sorry” per la cui interpretazione ed unione tra cinema e musica riceve il Premio Roma Videoclip-Special Award come artista rivelazione 2017”.

L’8 dicembre esce il suo nuovo singolo della sua carriera musicale “Millie anni Luce”, scritto da O. Angiuli, Leonardo Lamacchia, Gianni Pollex con l’arrangiamento di Diego Calvetti e Lapo Consortini. Per sapere qualche curiosità su questo nuovo progetto, noi di Blasting News l’abbiamo intervistata ed ecco cosa ci ha raccontato.

L'intervista a Federica Vincenti

Ciao Federica, sei un’attrice e produttrice cinematografica. Come e quando è avvenuta questa tua vocazione per la musica?

“In realtà, la musica è sempre stata una mia vocazione. Infatti, a 12-13 anni ho iniziato ad esibirmi nei vari locali in Salento. Poi, sono entrata nell’Accademia di Silvio D’Amico per studiare recitazione ma in realtà la mia principale matrice era il canto. Infatti, mi dicevano che dovevo cantare ed io tra me e me pensavo: “Ma come sono così incapace a recitare?”. Persino, il mio maestro mi diceva che ero nata per cantare e non per recitare e allora a quel punto dopo alcuni anni mi sono buttata a fare tante tournée. Così ho scoperto che quando iniziavo a cantare la mia maschera si toglieva, cosa che non avveniva recitando.

E' vero che uno interpreta un personaggio, ma anche interpretando una parte recitando l’autenticità e la sincerità non bisogna mai perderle. Questa cosa nella musica si percepisce di più questa vera natura. Infatti, uno se ne accorge subito che sei un personaggio costruito ed è proprio questa la differenza”.

Ha interpretato tanti brani tra cui quelli di Barbra Streisand, John Dowland e ha cantato sulle sinfonie di Piovani. Qual è Quello che ti è piaciuto di più o che ti ha rappresentato di più?

"Sono tutti mondi musicali che ho dovuto attraversare per poi arrivare ad una mia identità e per cercare di costruirmi una linea melodica e a fare attenzione a trovarla. Tutto questo è anche quello che fa dire a tutti “Federica è così”.

Io però, mi vedo più folle, ma la gente stranamente mi vede come una persona timida. Io vorrei focalizzarmi di più su questa vena di follia e per ora mi sto studiando ma senza cercare a tutti i costi la mia vera identità. Alla fine c’è sempre tempo per riconoscersi e conoscersi totalmente per meritarsi di dire “ok questa sono io”. Per arrivare a questo, devo sperimentare pian piano tante tipologie non dico musicali, ma vari mondi. Quindi, per arrivare ad avere la mia vera matrice devo ancora lavorare tanto. Sicuramente, mi vedete come una pazza a causa di ciò che mi sta accadendo. Questo lo si percepisce anche dal mio nome d’arte che è Luna, ma più che altro è nato anche per il fatto che da piccola mi chiamavano sempre lunetta perché ero molto pallida.

Infatti, molta gente diceva spesso: “Fede, ma lo sai che sembri che sei della Luna?”. Comunque, alla fine da Federica Vincenti che è un nome che viene un po’ approfittato, ho deciso di chiamarmi Luna perché non riesco più a sentirmi nominare quindi d’ora in poi chi mi vuole cercare sui social mi cerchi come Luna. Chi mi vuole veramente bene no deve darmi un’identità musicale rispetto ad un’altra. Comunque, è strana questa cosa in quanto arrivi a chiederti: “ma come? È davvero così?”, e tu capisci di sì. Io mi sono dovuta dare una nuova identità perché mi voglio bene una volta arrivata a questo punto della mia vita. Quindi, posso tranquillamente darmi un’identità musicale e anche il nome d’arte rappresenta questa doppiezza come il bianco e il nero oppure che all’apparenza sembriamo molto fragili ma dentro nascondiamo una grande forza.

Questo lo sono le donne in particolare perché hanno la capacità di nascondere davvero l’incredibile mentre gli uomini solitamente nel bene o nel male vaga su una sola linea ed è difficile che lui riesce a prendere in mano le situazioni. La donna riesce a cambiare a ad accettare i cambiamenti e ad andare avanti. Non a caso, le donne partoriscono, sopportano sofferenze maggiori e prendono decisioni molto importanti nella vita".

Hai partecipato a The Voice of Italy nel team della Carrà. Come è stata quest’esperienza? Com’è stato lavorare assieme a Raffaella?

"Anche in quel caso, se dovessi guardarmi indietro direi che tenerezza che mi fa quella ragazza. Ma in realtà, non era una ragazza ma una signora che sono ora.

Se dovessi guardare indietro nel tempo direi quante cose che non avevo capito e che fondamentalmente fanno parte anche della vita. Poi il rivedersi anni dopo e dire “oddio come sono cambiata” e anche sentirmi dire da amici e colleghi che in due anni ho fatto grandi passi in avanti. Ma questi passi sono nati anche dagli sbagli e alla fine sono arrivata e ho cambiato “pelle” durante il tragitto fino a non riconoscermi più. Tutto questo succederà sempre di più e quando non arriveremo a 50 o 60 anni non riconosceremo più nulla di quello che siamo senza dire “accidenti, come siamo stati” e probabilmente non ci sarebbe il risultato di quello che siamo oggi. Quindi, alla fine mi piaceva quella signorina vestita un po’ in modo strano, con i capelli a caschetto con la frangetta e sembrava davvero un cartone animato.

Però, ripeto mi faceva tanta tenerezza quella ragazza lì perché ero davvero timida e fuori dal mondo. Infatti, l’ambiente televisivo non l’ho mai calcato più di tanto ed è molto diverso da quello del teatro. Però, Raffaella è stata una vera signora e mi ha detto che dovevo continuare assolutamente questo viaggio e lo sto proseguendo mettendo la seconda, la terza e il turbo, ma non so quando lo metterò. Fare musica è un lavoro molto particolare e delle volte anche più della recitazione perché è un modo per riconoscersi ogni giorno. E’ questo è anche uno studio della psicologia e non a caso i grandi artisti si impressionano anche di più perché si conoscono troppo. Quindi, iniziano addirittura ad aver paura di loro stessi e delle loro debolezze.

Infatti, quello dell’artista è un mestiere sempre in equilibrio e delle volte è un continuo oltrepassare i limiti e se uno non ha quell’energia lì, non si otterrà mai nulla. Trovare un’energia autentica per ripartire non è facile. Prima di scrivere una canzone, uno deve veramente sentire la voglia di volerlo scrivere altrimenti verrebbe una roba oscena. Tutto questo sta alla base di tutto e l’urgenza di fare questo mestiere ci deve essere come in tutte le cose".

L’8 dicembre è uscitoil singolo “Mille anni luce”. Perché questo titolo?

"Questo bisogna chiederlo agli autori che sono Giuli e Leonardo Lamacchia e sono davvero molto in gamba. Poi, grazie a loro ho avuto un testo che mi rappresenta come un vestito addosso e non è facile interpretare i brani degli altri e farli propri e questo ho avvertito tutto ciò che volevo attraversare.

Ripeto, il prossimo brano sarà completamente folle come il periodo che sto passando di cambiamento della mia vita. Una rivoluzione di quelle che penso affrontando le mie giornate però la cosa bella e che attraversa la storia di lungo viaggio d’amore, del quale non si sa mai che cosa c’è dietro l’angolo. Questa storia potrebbe anche finire e portare tante amarezze e tanti ricordi che comunque ti cambiano. Il cambiamento sostanziale di una donna determinata che continua a fare questo viaggio da sola. Poi, tutti i giorni è una nuova battaglia e non è che ci svegliamo beate e senza pensieri. Ad esempio, ci chiediamo ogni mattina quali problemi bisogna risolvere e se non fosse così sarebbe troppo bello.

La vita è fatta di continue ricerche giorno dopo giorno".

Come vivi la notorietà? E il rapporto con i tuoi ammiratori?

"La cosa più bella che ho trovato con la musica sono le persone che mi stanno davvero stimolando tantissimo. Infatti, mi dicono che hanno scoperto una nuova artista in me e questo lo apprezzo tantissimo. Inoltre, mi sostengono dicendo “metticela tutta” ed io non sono abituata a questo e invece ora mi sto rendendo conto che effettivamente avere accanto le persone che hanno bisogno della tua musica e delle tue canzoni, si svegliano la mattina con “Sorry” che è il singolo uscito poco tempo fa. Insomma, tutto questo mi rende felice e mi ha fatto comprendere che noi siamo un passaggio per arrivare alle emozioni degli altri e il risultato di qualcosa che va al di là di quello che noi pensiamo. Io quando canto butto fuori tutte le emozioni in maniera più sincera possibile e gli altri percepiscono delle cose di me che neanche io conosco e per me rimane un mistero tutto questo. Quando parlano di me, io mi stupisco di essere come mi percepiscono ed è questa la cosa bella dell’avere delle persone che ti stimano e che ti ammirano perché mi sto scoprendo grazie a loro. Posso dire che gli ammiratori sono diventati i miei più cari amici e tra questi ci sono tre donne in particolare che sono diventate le mie eroine che mi sono sempre state vicine. La cosa più importante è che quando soffriamo non dobbiamo essere soli perché quando ci sono dei compagni accanto che ti sostengono il dolore si sopporta meglio".

Hai dei progetti musicali, teatrali o cinematografici da svelare?

"Siamo in prova come dicevo prima, ci sarà uno show a Faenza e stiamo lavorando sulle musiche con Mauro Di Maggio, che ha partecipato anche a Sanremo Giovani. Poi, continuerò con il mio progetto da solista e continuerò a scrivere. L’anno prossimo cercherò di concretizzare la mia idea di album con il quale uscirò con dei singoli però mi piacerebbe continuare anche la strada delle colonne sonore che è quello che mi piace. Queste colonne sonore sono dream pop quindi un po’ particolari e con questo sto cercando di unire un po’ i generi musicali. Poi, io sono un po’ visionaria e mi piace andare oltre al semplice strumento suonato, ad esempio un pianoforte può anche buttare fuori altri cento suoni diversi con i quali sbizzarrirsi come l’elettro, il pop o batteria ecc… E’ questo il bello della musica. Puoi partire a fare musica classica fino ad arrivare a quella pop. Anche noi come la musica, siamo fatti di tanti colori e di tante stagioni e questo fa parte della rivoluzione di noi stessi. La cosa che non dobbiamo mai dimenticare è che abbiamo tante sfumature. Insomma, io potrei scrivere una canzone pop e magari un domani potrei scriverne una rock and roll!"