Numeri imponenti, lusso sfrenato e un design da fortezza dei sogni. L'Arabia Saudita si prepara a diventare lo Stato con l'Hotel più grande e ricco del mondo, lanciando il guanto di sfida agli Stati Uniti e, soprattutto, allo sfarzo di Las Vegas. Il progetto "Abraj Kudai", avviato già da qualche anno a La Mecca, di cui si sta parlando con sempre maggiore insistenza dal 2015, dovrebbe terminare proprio in questi mesi, nel 2017. C'è, indubbiamente, grande curiosità intorno a quest'incredibile struttura che, secondo le indiscrezioni riportate dalla stampa internazionale, e basandosi sulle prime foto diffuse dai responsabili dei lavori, dovrebbe presentarsi come una "città nella città", piuttosto che come un semplice hotel.

Dalle 12 torri ai 6 eliporti, il sontuoso hotel di La Mecca

Sembrano numeri e cifre snocciolati a caso, invece è un'incredibile realtà: l'albergo più grande del mondo sarà dotato di ben 10.000 camere, 70 ristoranti per tutti i gusti e le abitudini alimentari, pavimenti dorati, un enorme centro commerciale, un'immancabile sala conferenze e ben 6 eliporti sul tetto della struttura. E proprio per non farsi mancare nulla, il mastodontico hotel ideato dallo studio d'architettura Dar Al Handasah, svetterà imponente su La Mecca con le sue 12 torri, che richiameranno lo stile tipico delle storiche e, allo stesso tempo leggendarie fortezze arabe. Lungo gli 1,4 milioni di metri quadrati su cui si estenderà la superficie della "città nella città", ben cinque piani saranno off-limits, riservati esclusivamente alla famiglia reale e ai suoi ospiti e, per questo motivo, si tende a pensare che saranno ancora più sfarzosi (qualora che ne fosse bisogno) delle altre aree aperte ai ricchi, ricchissimi clienti.

Il progetto costerà circa 3,5 miliardi di dollari e, giusto per non farsi mancare nulla, comprenderà anche una grande sala da ballo, un centro benessere di lusso e una stazione per gli autobus. Il complesso monumentale sorgerà a circa 2 chilometri dalla Moschea di Masjid al-Haram e, come ogni rivoluzionaria novità che si rispetti, ha attirato su di sé, oltre alle attenzioni dei curiosi, anche un vespaio di polemiche.

Da La Mecca a Mecca-hattan

Irfan Al-Alawi, direttore dell'Islamic Heritage Research Foundation, ha dato voce a tutti coloro che non approvano affatto l'idea della realizzazione del ricchissimo e imponente albergo nel cuore di La Mecca. Il responsabile dell'ente che si occupa di tutelare e salvaguardare il patrimonio artistico e culturale della città, ha lanciato un attacco ben preciso quando ha dichiarato che, di questo passo, si rischia di trasformare la città santa in una "Mecca-hattan", alludendo alle caratteristiche tipiche dei centri urbani statunitensi.

Il dirigente ha dipinto uno scenario quasi apocalittico nell'affermare: "Questi sono gli ultimi giorni della Mecca". Il suo pensiero è rivolto, in particolare, ai fedeli e ai pellegrini che sono persone umili e semplici, che si recano nella città araba unicamente spinti da un sincero sentimento religioso.

Invece queste colossali operazioni commerciali rischiano di attirare sulla città santa flotte di ricchi turisti per niente interessati ad un'esperienza spirituale e interiore, ma unicamente attratti dalla possibilità di vivere alcuni giorni nel lusso sfrenato tra luci, colori, eventi mondani ed esperienze frivole che, secondo Irfan Al-Alawi, richiamano un tipo di turismo simile a quello che si vede solitamente a Las Vegas.

Insomma, se da un lato gli occhi del mondo aspettano con ansia di vedere le imponenti 12 torri dell'albergo più grande del mondo stagliarsi sul deserto saudita, nel regno arabo c'è già chi punta il dito contro un progetto che non rispetterebbe affatto cultura e tradizioni di un intero popolo.