Sono molti i misteri irrisolti che caratterizzano la cronaca nera. Tra questi, un caso sicuramente poco conosciuto in Italia è quello riguardante un bambino trovato morto in una scatola negli Stati Uniti durante gli anni '50. In questo articolo faremo un excursus sul caso meglio conosciuto come 'Baby in the box'.

'Baby in the box': un caso aperto da 60 anni

Il caso 'Baby in the box' è uno dei misteri irrisolti più eclatanti della cronaca statunitense. Un caso ancora aperto, nonostante siano passati oramai 60 anni. Era il 25 Febbraio 1957, presso il quartiere Fox Chase (Philadelphia) un giovanotto stava tranquillamente passeggiando in un bosco dove aveva, in un primo momento, piazzato alcune trappole per la selvaggina.

Ad un tratto, il ragazzo fece una scoperta a dir poco macabra ed agghiacciante. Nonostante la comprensibile paura che il soggetto avrà sicuramente provato in quel momento, decise di non dire nulla alle autorità.

C'è da dire che le trappole che era solito usare non erano del tutto a norma di legge e nel caso in cui avesse segnalato qualcosa alle forze dell'ordine, sicuramente avrebbe avuto delle ripercussioni legali. Qualche tempo dopo, fu uno studente del college (che passava da quelle parti) ad avvertire la polizia di quello che si nascondeva in quel boschetto. Ma cosa c'era di così terribile lì? Ebbene, nel cuore di quell'angolo naturale, all'interno di una scatola di cartone, giaceva il corpo nudo di un bambino.

Secondo le analisi, il piccolo doveva avere tra i quatto e i sei anni.

Il cadavere era stato avvolto all'interno di una coperta a quadri, mentre le sue unghie erano state tagliate accuratamente. Altro elemento degno di nota era la capigliatura, del tutto rasata. Su corpo del bimbo furono trovate decine di cicatrici, alcune di esse erano state causate, probabilmente, da interventi di tipo chirurgico.

I segni sul corpo erano parecchi certo, ma non parliamo di ferite così gravi da causare un decesso.

'Baby in the box': come morì quel bambino?

Le indagini rivelarono che il bambino fosse morto dopo alcuni violenti colpi alla testa. Ancora oggi, l'identità del piccolo, così come la sua provenienza, sono avvolte in un alone di mistero.

Nessuno sembrava conoscere quella povera anima innocente, il cui corpo era stato barbaramente abbandonato nel bosco, forse subito dopo essere stato ucciso; né tantomeno, alcun orfanotrofio reclamò mai quel bambino. Il caso divenne subito mediatico, tanto da avere un'imponente risonanza. Nonostante l'impegno da parte della polizia, le indagini arrivarono subito ad un punto morto.

'Baby in the box': un'identità mai svelata

Per cercare di dare un nome al cadavere del 'bambino nella scatola', la polizia decise di rendere note le foto del volto, tappezzandole in ogni luogo, perfino sulle confezioni del latte nei negozi. Il corpo venne addirittura vestito con abiti adeguati all'età del ragazzino, fotografandolo in varie pose, con la speranza che il piccolino fosse riconosciuto con maggior facilità.

Ma purtroppo fu del tutto inutile. Il bambino venne infine sepolto il 24 Luglio 1957.

'Baby in the box': una soluzione nel 2002?

Dopo 45 anni di mistero, nel 2002 sembrò essere stata data una soluzione alla vera identità del bambino. All'epoca, uno psichiatra residente nell'Ohio contattò la polizia di Philadelphia. L'uomo dichiarò che uno dei suoi pazienti conoscesse la reale identità del piccolo. Il paziente in questione raccontò che negli anni '50 i suoi genitori, entrambi insegnanti, tramite un mercato illegale, avevano acquistato un minorenne. Il bimbo sarebbe dovuto essere una sorta di schiavo sessuale per i due perversi coniugi. Il bimbo fu chiamato Jonathan.

Un giorno, mentre la madre del paziente stava lavando il piccolo, iniziò uno scontro tra i due.

Durante il litigio, la donna colpì il bimbo alla testa in maniera violenta, uccidendolo. Il paziente all'epoca dei fatti, aveva solo 10 anni ed aiutò sua madre a nascondere il corpicino di Jonathan proprio nel bosco in cui sarebbe stato ritrovato. Un racconto molto dettagliato e preciso quello dell'uomo, tuttavia le autorità non considerarono vincolante il racconto per mancanza di prove reali. L'identità del piccolo nella scatola rimane ancora un mistero dunque. Per aggiornamenti sul paranormale, misteri ed altre curiosità, cliccate Segui.