La cronaca politica offre quotidianamente notizie su azioni e dichiarazioni che appaiono insensate, se non manifestamente dannose, in relazione ai fini che intendono perseguire. Senza voler compiere digressioni sui massimi sistemi citando Freud o schiere di sociologi, si possono trovare facilmente negli archivi di riviste a grande tiratura, reportage non molto rassicuranti in materia.

Il Giornale: un Presidente americano su due clinicamente pazzo

Nella storia della medicina contemporanea sono emersi esiti poco rassicuranti, a seguito dell'analisi di profili psicologici di eminenti personalità politiche.

Solo per mentovare alcuni esempi tratti da un pezzo di Veronese per il Giornale, Abraham Lincoln soffriva di una grave forma di depressione acuta, il suo successore Grant manifestava i sintomi di un disordine da stress post -traumatico (a seguito delle battaglie da lui guidate a capo dell'esercito unionista), per non parlare della sindrome bipolare riscontrata in F. D. Roosevelt e Lyndon Johnson.

In confronto a queste patologie, l'alcolismo di Nixon o il narcisismo riscontrato da alcuni esperti nella personalità dell'attuale presidente Trump appaiono problemi di poco conto.

Una domanda sorge spontanea: se i tratti psicologici di così tanti protagonisti della politica presentano turbe spesso a livello gravissimo, esiste un legame di causalità tra malattia mentale e successo personale?

L'una è complementare (o necessaria) affinché si riscontri l'altro?

Lo psicologo Dutton: correlazione possibile

Un esperto della materia con diverse pubblicazioni alle spalle, il ricercatore presso l'università di Oxford Kevin Dutton, a seguito di osservazioni ed elaborazioni, è giunto alla conclusione che un legame può esserci.

Chiaramente, l'esperto puntualizza, bisogna saper incanalare le proprie pulsioni in maniera creativa: i profili analizzati corrispondono a quelli di persone risolute, accorte nei rapporti interpersonali e flessibili nell'adattamento. Non bisogna prendere alla lettera il problema: anche se un disturbo narcisistico può favorire un atteggiamento pragmatico e inflessibile, il successo dipende dalle capacità dimostrate dai personaggi presi in esame.

Sembra insomma che, in forme e contesti diversi, la follia accompagni tanto i normali cittadini appartenenti alle classi medio -basse quanto i responsabili al potere nella vita quotidiana: confermando il carattere ampiamente democratico della protagonista dell'Elogio scritto da Erasmo da Rotterdam.