Si avvicina il 31 ottobre, durante la festa di Halloween i defunti risorgono e si aggirano per le strade, o perlomeno risorgono i costumi dal fondo dell'armadio. Ma se volete un'alternativa più tranquilla che comunque vi farà sentire partecipi della festa, eccovi un bel racconto dell'orrore da leggere da soli oppure a voce alta in compagnia. Una proposta di 5 racconti brevi, il più possibile diversi tra loro, che vi faranno sussultare quando qualcuno verrà a suonarvi il campanello! Per quanto possibile, non verranno svelati elementi salienti della trama.

1. Il cuore rivelatore, Edgar Allan Poe

Pubblicato per la prima volta nel 1843, Il cuore rivelatore di Edgar Allan Poe è la storia di vecchio con un occhio da avvoltoio, di un cuore umano sepolto, e di un assassino che vuole convincerci a tutti i costi della sua lucidità mentale. L'omicida ci racconta di quanto odiasse l'occhio malvagio del vecchio, e di come, ogni notte, si recasse nella sua stanza con l'intenzione di ucciderne il proprietario. Eppure per sette notti si era insinuato nella stanza del vecchio senza commettere alcun crimine. Perché? Perché l'occhio maledetto non si vedeva, coperto dalle palpebre dormienti. Una notte, però, il criminale si era lasciato scappare un rumore di troppo: il vecchio si era svegliato, l'occhio da rapace era aperto e fissava l'assassino!

2. L'immagine della Falciatrice, Stephen King

Inserito nella raccolta Scheletri, L'immagine della Falciatrice è un racconto di Stephen King scritto a 18 anni e apparso per la prima volta nel 1969 sulla rivista Startling Mystery Stories. Si parla di uno specchio, uno specchio protagonista di inquietanti episodi. Pare che alcune persone vedano solo se stesse riflesse, altre invece vi scoprano una strana macchia nera in alto a sinistra.

E non capendo bene di che si tratti si avvicinano al riflesso, ancora un po' più vicino...e poi si voltano di scatto, pallidi, come se fossero convinti di trovarsi qualcuno alle spalle.

3. La zampa di scimmia, William Wymark Jacobs

Uscito per la prima volta in Inghilterra nel 1902, unica opera di W. W. Jacobs edita in Italia, La zampa di scimmia è un racconto breve incentrato su un amuleto, ovvero l'arto mummificato di una scimmia, in grado di esaudire tre desideri.

La famiglia White, entrata in possesso dell'amuleto, se ne burla e lo deride. Poi, però, quasi a voler scherzare, il padre esprime il desiderio di ricevere 200 mila sterline. A quel punto scoppia un grido: la zampa di scimmia si è mossa nella sua mano.

4. I ratti nei muri, Howard Phillips Lovecraft

Scritto nel 1923, I ratti nei muri è il racconto di un nobile uomo che si trasferisce col suo gatto in un'antica casa di famiglia. Ogni notte, però, sia lui che il felino vengono svegliati da strani e sinistri suoni, come se delle bestioline zampettassero dietro i muri. I comportamenti del gatto si fanno sempre più nervosi e anche l'uomo inizia a irritarsi. Affida a un gruppo di scienziati il compito di risolvere il mistero dei suoni dietro ai muri.

Viene così alla luce un passaggio segreto che porta in una serie di gallerie sotterranee, verso la rivelazione di ciò che si annida nelle tenebre, e nel passato della famiglia.

5. Una giornata, Luigi Pirandello

Vi chiederete come ci sia finito Pirandello in questa lista, per sbaglio forse? No, ma per concedersi un azzardo magari ben giustificato. Una giornata è una novella del 1935, l'ultima delle Novelle per un anno, scritta da un Pirandello che giunto alla fine della carriera (e della vita, morirà nel '36) si abbandona al gusto del fantastico e dell'assurdo. Si parla di un uomo che viene svegliato di soprassalto dopo esser stato buttato fuori da un treno. L'uomo non ricorda nulla di sé. Vagabonda in una città sconosciuta, dove però gli abitanti lo riconoscono.

Un autista lo porta in una bella casa, in cui lui però si sente estraneo. All'alba del giorno dopo, guardandosi allo specchio, si scopre vecchio, mentre il giorno prima era ancora giovane. Scopre anche di avere dei figli, che gli vengono presentati per la prima volta. Neppure il tempo di osservarli, che questi invecchiano rapidamente davanti ai suoi occhi. Il protagonista vorrebbe balzare in piedi, scappare, ma troppo vecchio per farlo si limita a star seduto e osservare lo scorrere fulmineo del tempo. La novella sembra essere una metafora della vita, in cui piombiamo come estranei e che subito ci scorre davanti senza pietà. Agghiacciante, vero?