La psicologia è una disciplina che ormai tutti conosciamo, o quasi... La sua storia nasce più di un secolo fa a cavallo fra biologia e filosofia, ma solo negli ultimi decenni si sta affermando con un proprio ruolo nella società. Capita spesso però che ciò che crediamo di sapere sulla Psicologia non è altro che un cumulo di informazioni imprecise se non addirittura false.

1. La psicologia non è una scienza!

Certo che sì, ma anche no. C’è una distinzione netta fra scienze umanistiche e scientifiche, ma nemmeno questa è abbastanza precisa! Sebbene la psicologia si sviluppi in ambito prettamente umanistico, sin dagli albori della disciplina vige il metodo scientifico: tutte le conoscenze accumulate ad oggi, per essere riconosciute, hanno dovuto dimostrare la loro validità attraverso test statistici, esperimenti ripetibili, osservazioni sistematiche e studi di esperti della letteratura clinica.

La difficoltà sta nella valutazione di tutte le possibili variabili che potrebbero entrare in gioco per quel determinato comportamento, per questo infatti si ragiona in termini di inferenza e mai di verità assolute. Questo non significa che la “scientificità” della psicologia sia al pari di scienze quali la fisica o addirittura la matematica, ma c’è, è necessaria ed è in continuo processo di falsificazione.

2. Dimmi che pizza mangi e ti dirò chi sei

Sebbene Feuerbach non avesse tutti i torti dicendo che «l’uomo è ciò che mangia» non andrebbe preso troppo alla lettera. Analogamente a questi test dalla dubbia validità, anche articoli che asseriscono fieramente «lo dice la scienza!» possono essere discutibili.

Tutto sta nel verificare se esistano realmente studi scientifici validi e molteplici. Purtroppo un solo studio non è abbastanza per dimostrare la veridicità scientifica di un fenomeno, così come non basta sapere se il vicino di casa mangia pizza margherita per esser sicuri che sia una persona semplice e tranquilla e non un serial killer.

3. Cosa significa se in sogno mi cadono i denti?

Una delle malefatte di Freud fu illudere il mondo di poter interpretare i sogni: non si può! In realtà lo stesso Freud lo sapeva benissimo, nonostante il titolo fuorviante del suo libro "L’interpretazione dei sogni". Ma allora perché chiamarlo così? Aldilà di essere uno dei fondamenti più importanti della psicologia, cosa che in questo articolo poco ci interessa, il libro tratta in minima parte delle tecniche per la lettura dei sogni.

Secondo Freud, così come molti altri autori successivamente concorderanno, i sogni sono un prodotto estremamente individuale e non possono essere letti semplicemente sulla base di simboli universali. Secondo quest’ottica, l’utilizzo del simbolismo per la “traduzione” dei sogni è usato unicamente quando l’interpretazione sulla base della storia individuale non è soddisfacente. Detto in termini tecnici, quando non si sa più che pesci pigliare.

4. Anche io sono un po’ psicologo!

O anzi, “pissicologo!”. Una delle frasi più detestate da chiunque lavori in questo ambito. Dalla parrucchiera all’amico, chiunque dica questa frase non conosce realmente cosa sia la psicologia e cosa sia uno psicologo. Quasi a tutti sarà capitato di dirlo o pensarlo almeno una volta, perfino a chi adesso studia o lavora in questo ambito.

Dove sarebbe il problema allora? Quel che preme è la difficoltà di sradicare la convinzione errata che parlare con uno psicologo sia come parlare con un amico: non è affatto così. Lo psicologo ha una formazione che gli permette di conoscere e mostrare più punti di vista tenendo sempre ben presente la persona con cui parla, la sua storia, i suoi bisogni, le sue motivazioni. In questo modo “propone” e non “consiglia”. Questo non significa che tutti abbiano bisogno dello psicologo, anche se alcune persone le vorremmo mandare da uno bravo, ma non è da sottovalutare il suo ruolo per chi ne sente bisogno.

5. Non mi piace la psicologia perché non mi piace Freud

Avete presente Marilyn Monroe? Ecco, Sigmund Freud è la Marilyn della psicologia.

Parlando di dive dello spettacolo degli anni ’50, Marilyn è sempre una delle prime che viene in mente, sebbene non piaccia a tutti. Per Freud è più o meno la stessa cosa, vestitini bianchi svolazzanti a parte. Ora però lasciando stare la notorietà di questi due personaggi, non si può negare che Freud sia il capostipite di una delle branche più importanti della psicologia: la psicoanalisi. Per l’appunto, è una delle diverse correnti di pensiero. Il comportamentismo, il cognitivismo, il costruttivismo, le teorie sistemiche, le teorie ecologiche, la Gestalt, le neuroscienze sono alcune delle molteplici branche della psicologia che nei decenni si sono formate. Come può essere una scienza se ci sono così tanti pensieri diversi?

Queste scuole di pensiero si sono negli ultimi decenni parzialmente sovrapposte trovando punti di incontro e di divergenza per una prospettiva più ampia della conoscenza del comportamento umano. Ciascuna di esse si focalizza su aspetti differenti che non sono necessariamente mutualmente esclusivi, ma sempre portando avanti basi scientifiche solide. La cosa più importante è che ci sia compresenza di queste correnti perché assumerne esclusivamente una come valida sarebbe riduttivo.

6. Psicologo, psicoterapeuta o psichiatra?

Quest’ultimo punto è più “tecnico”, però importante per distinguere tre figure che spesso vengono assimilate in tutt’una. Lo psichiatra è un medico con specializzazione in psichiatria e può quindi prescrivere farmaci.

Lo psicologo non è semplicemente un laureato in psicologia, ma è iscritto all’albo degli psicologi a cui accede attraverso un esame di abilitazione successivo ad un tirocinio di un anno. La figura dello psicologo può esser presente in aziende, scuole, ospedali, associazioni sportive e varie strutture: può fare colloqui di sostegno e soprattutto valutazioni tramite test, ma non fa terapia. Per occuparsi di terapia bisogna aver conseguito una specializzazione di quattro anni ed essere iscritti all’albo di psicoterapeuta, il quale può essere sia psicologo che psichiatra.