Per scaramanzia di morte non si parla. Si esorcizza la paura della morte in questo modo, facendo finta che non esista. Morire è invece il fatto più scontato , e accade affinché la specie possa evolversi e rinnovarsi. Questo succede in natura per quanto riguarda le piante, gli animali e gli esseri umani.L'eternità non farebbe che rendere statico il sistema, la morte ridà equilibrio e nuova linfa alla vita.

Cosa succede quando sopraggiunge la morte

Quando ci si trova in dirittura d'arrivo, in prossimità della morte, il respiro diventa un rantolo, il corpo è pervaso da spasmi muscolari, infine si entra in agonia, cioè in una sorta di lotta che il nostro corpo intraprende con la morte.

Nel mondo ogni minuto se ne vanno circa 108 persone, che in un anno raggiungono i 55,3 milioni.

Fasi successive all'arresto cardiaco

Se vi è capitato di accarezzare la fronte di un vostro caro deceduto, o le sue mani, vi sarete accorti di quanto fossero dopo poche ore ghiacciati. Infatti, quando il cuore si ferma, cessa di produrre calore e la temperatura del corpo scende di 0,83 gradi centigradi ogni ora. Questa fase è quella dell'Algor mortis. Il Rigor mortis invece , cioè la rigidità dei muscoli che avviene per un effetto biochimico, si verifica tra le 2 e le 4 ore dopo la morte. Dopo tre giorni dal decesso succede il procedimento inverso a quello che si svolgeva in vita.

I responsabili dei fuochi fatui

I batteri e gli enzimi che si prendevano cura della nostra digestione, cominciano a darsi da fare affinché le nostre cellule morte vengano smaltite. Durante questo accadimento, i cadavere cambia il suo colore. Diventa verde, poi viola, per poi passare al nero. Inoltre, questi famigerati batteri, creando gas nell'intestino, gonfiano il corpo e soprattutto la pancia, creando un odore sgradevolissimo.

Da qui i fuochi fatui, quelli che con il buio, al cimitero, si vedono fuoriuscire dalle tombe.

Le ultime attività nella morte

Trascorsa una settimana il corpo si cosparge di bolle. Fatto sconvolgente è che centinaia di germi ancora "non morti", durante i giorni che seguono la morte si riattivano, cercando di originare uno stato di emergenza, provocando infiammazioni, e cercando di risvegliare il sistema immunitario.

I germi più svegli sembra siano quelli predisposti a provocare l'insorgere del cancro. Da qui l'ipotesi che chi ha subito un trapianto, sia più propenso ad ammalarsi di tumore. Quante persone , colpite da arresto cardiaco, e ritornati in vita dopo questa esperienza di pre-morte, dichiarano di aver attraversato un tunnel dove alla fine splendeva una gran luce, di aver visto paesaggi fantastici e di aver potuto osservare il proprio corpo dall'alto. Tutte reazioni riconducibile ad effetti chimici del cervello. Anche se a noi piace pensare che forse, chissà, al di là di quel nulla che ci riserva la morte, possa esistere un altrove da vivere.