Le misure previdenziali a sostegno della natalità rivolte alle famiglie e alle neomamme, dalla loro entrata in vigore ad oggi, continuano ad essere al centro del dibattito politico e sociale. Ritardi, continui aggiornamenti e una diffusa disinformazione hanno continuato nel tempo ad alimentare critiche e perplessità al riguardo. C'è da dire inoltre che specificatamente all'argomento "bonus mamma domani", soprattutto negli ultimi tempi, tanto si è detto ma nulla è ancora stato fatto. Le domande irrisolte sono tante e tra queste una su tutte lascia dubbiosi, e cioè: se tutto è pronto e tutto è stato approvato, allora perché il Bonus mamma domani non è stato ancora erogato?

Proprio per rispondere a questa domanda oggi l'Inps è intervenuto direttamente, affermando che, nonostante i ritardi, nulla è cambiato. L'aiuto economico riconosciuto per ogni figlio nato o adottato e destinato a tutte le neomamme indipendentemente dal loro reddito verrà riconosciuto a tutti i beneficiari anche con effetto retroattivo, i quali in questo modo non vedranno compromesso un diritto a loro riconosciuto.

Già a febbraio l'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale - con la circolare n. 39 del 27 febbraio 2017 - aveva cercato di fare il punto della situazione ma tuttavia, ad oggi, un nuovo intervento chiarificatore sulle disposizioni già fornite è stato necessario. Le erogazioni infatti, come sappiamo, dovevano partire già a gennaio 2017 ma nessuno (anche chi ha già partorito) ha potuto né inoltrare la propria richiesta per la fruizione, né tanto meno godere del contributo - pari a 800€ - che era stato loro promesso.

Stando comunque a quanto ribadito, il bonus mamma domani non è stato sospeso o annullato e verrà riconosciuto in ogni caso a tutti gli aventi diritto.

Restano fermi i requisiti e le modalità di presentazione della domanda

Il Bonus sarà quindi erogato a tutte le donne residenti in Italia e aventi la cittadinanza italiana o comunitaria indipendentemente dal loro reddito (l'agevolazione verrà estesa anche alle rifugiate politiche o sotto protezione sussidiaria), e la domanda - come è risaputo - potrà essere inoltrata solo se si sono verificati a partire dal primo gennaio 2017 o si verificheranno uno dei seguenti eventi:

  • compimento del settimo mese di gravidanza;
  • parto;
  • adozione del minore (nazionale ed internazionale);
  • affidamento preadottivo (nazionale ed internazionale).

Il processo dunque è solo in fase di stallo ma nulla, a quanto pare, è compromesso.