La rivoluzione passa tra le mani dei cittadini. Così la norma tanto invocata in questi anni, ovvero la possibilità di esibire scontrini e ricevute fiscali per pagare meno tasse, è stata presa in considerazione e passerà all’aula per il voto. Il disegno di legge è sempre stato auspicato come un rimedio risolutivo del tarlo dell’evasione fiscale che attanaglia l’Italia. Adottando così il principio del contrasto di interessi la lotta al mercato nero diventerà più forte, perché saranno gli stessi consumatori ad esigere ricevute e scontrini per ottenere la detassazione.

"Come confermano i dati che leggiamo oggi sui quotidiani - afferma il relatore, il democratico Giuliano Barbolini - il contrasto all'evasione richiede una strategia articolata e costante. L'utilizzo delle banche dati e il redditometro possono essere strumenti utili ma da soli non bastano. Anche di questo si occupa la delega fiscale che è stata molto migliorata dal lavoro della commissione Finanze".

“La Commissione - aggiunge il senatore del Pd - ha infatti predisposto un testo di buon livello che offre appropriate risposte su punti critici del nostro sistema tributario, tali da durare e rimanere stabili nel tempo. Tra le novità, l'inserimento del contrasto di interessi come criterio per fare emergere la base imponibile 'attraverso l'emanazione di disposizioni per l'attuazione di misure selettive e indirizzate alle aree maggiormente esposte al mancato rispetto dell'obbligazione tributaria”.

Nonostante il beneplacito generale, però, rimangono dei forti dubbi riguardo la validità effettiva di tale norma. Se infatti dovesse avere valore effettivo, il contrasto dovrà essere così efficace - e quindi a favore di quei contribuenti onesti – da poter annullare la pressione fiscale dello Stato. Infatti nessun consumatore si riverserà l’obbligo di esigere scontrini e fatture fiscali se non ne ricaverà un guadagno consistente a fronte della dichiarazione dei redditi