Il condono fiscale non è altro che una sorta di sanatoria che lo Stato decide di attuare a favore di chi non ha pagato le tasse oppure a chi ha un contenzioso con il fisco.

Esso è quindi uno strumento per sanare i comportamenti illeciti di cittadini contribuenti su dichiarazioni di redditi errate, assenti o non fedeli. La forma di condono tombale si ha quando un contribuente sana completamente la sua posizione tributaria, ovvero regolarizza in modo definitivo il suo rapporto con il fisco.

In parole povere il condono si ottiene con un provvedimento emanato dal Parlamento e consente ai cittadini che vi aderiscono di ottenere l'annullamento, parziale o anche totale, di una pena o di una sanzione.

Esso è quindi un maxisconto concesso a chi non paga le tasse.

Con un'aliquota vantaggiosa, solitamente non più del 5-10%, sani le tasse non pagate e chi si è visto s'è visto. Insomma, l'evasore torna "immacolato". Un affare, insomma, piuttosto conveniente: paghi con la tua aliquota e, se decidi di riprendere a pagarle le tasse, non hai più problemi.

I condoni di cui si sta parlando in questi giorni sono essenzialmente 2: condono fiscale e condono edilizio. La prima tipologia riguarda le tasse: il suo obiettivo, infatti, è quello di sanare comportamenti illeciti o irregolari del contribuente. Il cosiddetto "condono tombale" è un condono fiscale che sana in maniera definitiva la posizione del contribuente nei confronti del fisco.

La seconda tipologia, quella del condono edilizio, sana, previa autodenuncia, fenomeni di abusivismo nell'ambito delle regole di costruzione, di ampliamento o di modifica di natura edile.

L'effetto dei condoni quindi in ultima analisi è quella di non incentivare l'onestà verso lo Stato. Altro aspetto negativo è che lo Stato, effettivamente, rinuncia ad entrate strutturali in cambio di entrate una tantum.