Il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (Cnel) e l'Istitutonazionale di statistica (Istat) presentano con il Bes 2013 uno strumento per monitorare le condizioni economiche,sociali e ambientali in cui viviamo, informare i cittadini, indirizzare ledecisioni politiche e quelle individuali, con l'intento di offrire unriferimento costante e condiviso dalla società italiana in grado di segnare ladirezione del progresso.

Il "Benessere Equo e Sostenibile" è un progettoche si è prefissato l'obiettivo di analizzare livelli, tendenze temporali edistribuzioni delle diverse componenti analizzate giungendo a identificarepunti di forza e di debolezza, particolari squilibri territoriali o gruppisociali avvantaggiati/svantaggiati, anche in una pro­spettivaintergenerazionale. 

La vita media continua ad aumentare.

Le donne sono più svantaggiate in termini di qualità dellasopravvivenza: in me­dia, oltre un terzo della loro vita è vissuto incondizioni di salute non buone. Nel Mezzogiorno si ha una vita media più brevee un numero minore di anni vissuti senza limitazioni. Le donne che risiedono inquest'area, a 65 anni, possono contare di vivere in media ancora 7,3 anni senzaproblemi di limitazione nelle attività quotidiane, mentre le loro coetanee delNord hanno davanti 10,4 anni da vivere in tale condizione.

Comportamenti a rischio sono l'obesità in crescita (circa il 45%della popolazione maggiorenne è in sovrappeso o obesa), l'abitudine al fumo etra i giovani si sono diffuse pratiche di abusi nel consumo di bevandealcoliche.

Circa il 40% degli adulti non svolge alcuna attività fisica neltempo libero e in Italia oltre l'80% della popolazione consuma meno frutta everdura di quanto raccomandato.

Un ritardo rispetto alla media europea e fortissimo divario terri­torialesi riscontra in tutti gli indicatori che rispecchiano istruzione, formazionecontinua.

Il livello d'istruzione e competenze che i giovani riescono araggiungere dipende in larga misura dall'estrazione sociale, dalla situazionesocio-economica e dal territorio. I figli di genitori con la scuola dell'obbligo hanno un tasso diabbando­no scolastico del 27,7%, a fronte del 2,9% rilevato tra i figli digenitori con almeno la laurea.

I giovani di 15-29 anni che nonlavorano e non studiano sono il 22,7%, la partecipazione culturale dellepersone passa al 32,8% e nel 2011 la quota di persone di 25-64 anni con almenoil diploma superiore era del 59% al Nord e del 48,7% nel Mezzogiorno.

Vi è un cattivoimpiego delle risorse umane del Paese, soprattutto nel campo del lavorofemminile e dei giovani. Nella classe 20-64 anni il tasso di occupazione è sceso al 61% nel 2011 eil tasso di mancata partecipazione è aumentato al 17,9%, mentre cresce lapopolazione di lavoratori sovra-istruiti rispetto alle attività svolte (nel2010 il 21,1%). Per le donne la qualità dell'occupazione dipende an­che dalla possibilitàdi conciliare tempi di lavoro e di vita.

Le famiglie italiane sonotradizionalmente caratterizzate da un'elevata propensione al ri­sparmio, unadiffusa proprietà dell'abitazione, un contenuto ricorso all'indebitamento. Lafamiglia ha funzionato da ammortizzatore sociale a difesa dei membri più deboli(minori, giovani e anziani).

Nel nostro Paese sono tradizionalmente forti le solidarietà "corte" ei legami "stretti", in particolare quelli familiari. La famiglia rappresentauna rete di sostegno fondamentale, un punto di riferimento importante. L'associazionismo e il volontariatorappresentano per il Paese una ricchezza che è meno presente nel Mezzogiornodove chi dichiara di svolgere attività di volontariato è il 6% rispetto al13,1% della popolazione di 14 anni e più residente nel Nord.

Nel 2012 solo il20% delle persone di 14 anni e più ritiene che gran parte della gente sia degnadi fiducia e tale quota scende al15,2% nel Mezzogiorno.

Il patrimonio storico eartistico, soffre di un insufficiente rispetto delle norme (oltre 15abitazioni abusive ogni cento costruite legalmente) e di una non puntualeazione di controllo da parte delle Amministra­zioni. Il dissesto idrogeologicorappresenta ancora un grave rischio, distribuito su tutto il territorionazionale. La quota di differenziazione dei rifiuti è arrivata al 35,3%, anche se nel Paese quasi la metà èdestinata alle discariche. Nel trasportopubblico il tempo che le persone devono dedicare quotidianamente aglispostamenti è di 76 minuti.