La continua crescita della disoccupazione nei paesi dell'Unione Europea ha spinto la Commissione ad istituire una serie di misure concrete per accelerare l'aumento dell'occupazione.

In particolar modo il pacchetto di sforzi si focalizzerà sul lato della domanda di lavoro, gli stati membri dovranno incoraggiare da una parte la riduzione delle tasse sul lavoro, dall'altra supportando il business start up, ovvero  l'operazione e il periodo durante il quale si avvia un'impresa. Si tratta di solito di imprese appena costituite, nelle quali vi sono ancora processi organizzativi in corso.

Nella start up possono avvenire operazioni di acquisizione delle risorse tecniche correnti, di definizione delle gerarchie e dei metodi di produzione, di ricerca di personale, ma anche studi di mercato con i quali si cerca di definire le attività e gli indirizzi aziendali.

Le aree con il maggior potenziale di sviluppo, evidenziate dalla UE, sono la Green Economy, i Servizi per la Salute e l'Ict (information and communication Technology).

Le linee guida imposte agli stati membri affinché possano rafforzare la propria policy nazionale di occupazione sono state sviluppate in 4 punti salienti che possono essere sintetizzati in:

  1. creare le giuste condizioni per la creazione di posti di lavoro ampliando la domanda di lavoro come attraverso sussidi per le assunzioni oppure per il lavoro autonomo;
  2. spingere l'acceleratore sulla Green Economy, settore dove potrebbero essre creati da qui al 2020 almeno 20 milioni di posti di lavoro;
  3. migliorare il personale sanitario e le previsioni per soddisfare la domanda e l'offerta di professionisti in ambito sanitario offrendo prospettive lavorative a lungo termine;
  4. supportare il miglioramento qualitativo dell'ICT, promuovendo le competenze digitali in tutta la forza lavoro.

Il pacchetto occupazionale dell'Unione, employment package, serve anche per creare un mercato del lavoro europeo genuino, cercando di migliorare la mobilità lavorativa eliminando completamente gli ostacoli pratico - legali per la libera movimentazione dei lavoratori, come la portabilità della pensione e il trattamento fiscale dei transfrontalieri.

Ma la vera rivoluzione si vorrebbe compiere con la modifica dell'Eures. Istituita nel 1993, si tratta di una rete di cooperazione dei servizi pubblici per l'impiego dell'Unione europea e degli Stati dell'AELS, il cui obiettivo è quello di facilitare la mobilità dei lavoratori all'interno dei Paesi appartenenti all'Unione europea (UE) e all'Associazione europea di libero scambio (AELS).

EURES favorisce la mobilità professionale e contribuisce alla realizzazione di mercati del lavoro dei Paesi partner europei accessibili a tutti i lavoratori potenzialmente mobili, promuovendo a livello europeo lo scambio interregionale e transfrontaliero di offerte e di domande di lavoro. La commissione vorrebbe che l'Eures diventasse un vero strumento Europeo di collocamneto e di reclutamento per tutti i lavoratori dell'Unione Europea.

La realtà purtroppo per la UE vede ancora la diminuzione dell'occupazione nell'ultimo trimestre del 2012 e le parole di László Andor, commissario europeo per l'Occupazione, non sono di grande incoraggiamento: "La crisi sociale in Europa continua a peggiorare e in diversi stati membri non vi sono segni tangibili di miglioramento".

La strada verso il traguardo del 2020 sembra ancora lunga e tortuosa.