Parliamo di previdenzacomplementare e più nello specifico dei piani di investimento pensionistici, chiamati anche piani individuali pensionistici (PIP),e dei fondi pensione: in un'epocacome la nostra, in cui l' età media si alza progressivamente e le classichePensioni da lavoro potrebbero non bastare (o addirittura non esserci), laprevidenza complementare è un argomento finanziario importantissimo! Se sietecapitati su questa pagina, allora vuol dire che probabilmente siete allaricerca di qualcosa per integrare la vostra futura pensione: i fondi pensioneed i piani individuali pensionistici sono soluzioni interessanti e da valutarecon la massima cura.

Ad oggi sono tre i pilastri del sistema previdenziale italiano (in continua evoluzione per altro): lapensione pubblica, poi i fondi pensione negoziali o chiusi(quelli che hanno condizioni contrattatetra le associazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro) ed i fondi pensione aperti (offerti dabanche, assicurazioni e società finanziarie e sottoscrivibili da chiunque), edinfine i piani individuali pensionistici(prodotti assicurativi ma regolati dalla Covip, l'ente di vigilanza dellaprevidenza complementare).

Per quel riguarda i fondipensione ed i piani di investimentopensionistici, la somma dei contributiche ogni lavoratore aderente versa va a costituire il montante, che poi, almomento dell' andata in pensione, verrà moltiplicato per i coefficienti ditrasformazione per stabilire l' entità della pensione integrativa (icoefficienti sono variabili in base a età e aspettativa media di vita); in baseall' andamento degli investimenti che fanno i gestori dei fondi, il montanteviene periodicamente rivalutato.

Ogni lavoratore che aderisce a tali forme di pensione integrativa può decidere a chetipo di gestione aderire: azionaria, obbligazionaria, mista, garantita… dipendedalla sua propensione al rischio, se preferisce puntare alla massimizzazionedel profitto o alla limitazione della possibilità di perdite (fatevi sempreconsigliare da una persona esperta e a voi vicina).

La previdenzacomplementare ha fatto registrare in questi anni di crisi dei risultatialtalenanti: ma nel complesso si può dire che il pesante urto della crisi siastato ben assorbito; infatti dopo l'anno nero del 2008, quando i rendimentimedi sono stati negativi del 6,3%, le masse in gestione hanno recuperato l'8,5%del valore nel 2009, scendendo al +3% nel 2010 e infine alla stagnazionesostanziale con il +0,1% di fine 2011; invece i fondi pensione aperti sonopassati dal -14% del 2008 al +11,3% del 2009, per poi rallentare al +4,2% nel2010 e tornare a perdere il 2,4% nel 2011.

I Pip unit linked, infine, hannoperso quasi il 25% nel 2008 (la performance peggiore tra le varie categorie),guadagnando il 16,3% nel 2009, il 5,2% nel 2010 e perdendo il 5,7% nel 2011.

Comunque le prospettive di investimento e di previdenza complementare devono essere sempre dilungo periodo (appunto fino al momento della pensione): di qui a dieci o ventianni si spera che le turbolenze del breve periodo vengano riassorbite esuperate.