Con il successo del Movimento 5 Stelle sale l'interesse per i suoi punti programmatici, tra cui la proposta di garantire un reddito minimo a tutti i cittadini come soluzione possibile alla grave contrazione dei consumi e per ridare dignità a quanti, precari, esodati e disoccupati, hanno un reddito inferiore ad un livello minimo.

La proposta nel nostro Paese non ha mai avuto molto seguito, nonostante fosse stata raccomandata sin dal '92 dalle Istituzioni dell'allora Comunità Economica Europea. Nella raccomandazione 92/441 Cee si legge infatti: "...il Parlamento europeo, nella sua risoluzione concernente la lotta contro la povertà nella Comunità europea, ha auspicato l'introduzione in tutti gli Stati membri di un reddito minimo garantito, inteso quale fattore d'inserimento nella società dei cittadini più poveri".

Si tratta di una misura universalistica che in Italia ancora non esiste. Diverso è infatti il sussidio di disoccupazione, che è condizionato all'interruzione di un rapporto di lavoro "tipico", a tempo determinato o indeterminato, e alla maturazione di specifici requisiti contributivi.

La proposta è tornata in auge con l'acuirsi delle misure di austerity. Nel marzo dello scorso anno era stata avanzata da alcune giovani donne disoccupate e precarie al ministro Fornero, che aveva così sentenziato: "L'Italia è un Paese ricco di contraddizioni, che ha il sole per 9 mesi l'anno e con un reddito base la gente si adagerebbe, si siederebbe e mangerebbe pasta al pomodoro".

In realtà il reddito minimo garantito è una misura largamente adottata in tutta Europa, solo Italia e Grecia mancano ancora all'appello e varia da poche centinaia di euro ai 1200 euro mensili di Danimarca e Lussemburgo.

Per l'Italia l'ipotesi sarebbe di un reddito di 720 euro, il 20% in più della soglia di povertà relativa.

Una mano ai fautori della proposta è venuta anche dall'Europa: il 14 gennaio la Commissione europea ha dato parere favorevole per l'iniziativa dei cittadini europei per il reddito di base incondizionato(European Initiative for Basic Income).

Una volta che un milione di firme saranno raccolte, la Commissione europea dovrà studiare la proposta al Parlamento europeo, al fine di implementare o dare avvio a studi di fattibilità e possibili percorsi per addivenire ad un diritto come il reddito di base incondizionato all'interno dell'Unione Europea.