Secondo Ben Bernanke , presidente della Federal Reserve, per assicurare la stabilità finanziaria si dovrebbe eliminare il principio del "Too Big To Fail" , cioè, che una Banca è troppo grande per fallire.

La frase "Too Big To Fail" è stata presa a prestito dal best seller omonimo dell'economista del New York Times , Andrew Ross Sorkin, dal quale è stato tratto un film per la TV nel 2011 che raccontava la crisi economica del 2008 causata dalla flessione dei mutui subprime che provocò il crollo di Wall Streeet.

Per fare fronte alla situazione, infatti, nel 2008, il Governo americano con l'appoggio dell'allora Presidente George W.

Bush, intervenne a sostegno dei grandi istituti di credito e delle banche americane, scongiurando il rischio di un fallimento.

Bernanke ha fatto sua la terminologia entrata nel linguaggio comune che indica il principio dell'intervento governativo e, nella fattispecie, dell'autorità monetaria per impedire le difficoltà e/o addirittura l'insolvenza di istituti bancari.

Eliminando questa strategia di intervento, secondo Bernanke, si dovrebbe favorire una minore concentrazione di interessi delle Banche per quanto riguarda i rapporti reciproci e di conseguenza investimenti e transazioni tra un numero più ristretto di soggetti, evitando che il mercato globale sia invaso da una rete di transazioni che coinvolgono come una ragnatela gli stessi soggetti.

In sintesi, si stimolerebbero le banche, ormai adagiate sul principio del "Too Big To Fail" , a trovare da sole dei correttivi, con una presa di responsabilità maggiore , perseguendo strategie d'investimento meno rischiose e spregiudicate.

In questo cambio di mentalità e di strategia che secondo Bernanke è proprio non solo delle banche ma anche del Governo, potrebbe esserci l'inizio di una ripresa di largo respiro che scongiuri altri default.