L'aumento dell'Ivadal 21 al 22% da settimane rappresenta uno degli argomenti più caldi dellasfera politica ed economica italiana. Se fino a ieri il governo avevamanifestato ancora incertezze sul da farsi, ad intervenire ora con unadecisione precisa è stato Enrico Letta,per il quale il tanto discusso aumento sarà bloccato fino al 31 dicembre. La decisione sembra in qualche modoorientata a tamponare la forte crisi che attanaglia il governo, più che ilfuturo dei cittadini italiani.

Se l'imposta sarà portata al 22%, infatti, a farne le spese saranno proprio le taschedegli italiani con distinzioni non da poco tra Nord e Sud del Paese.

Se èvero che il dato medio nazionale si aggira attorno agli 88 euro annui afamiglia, stando alla Cgia di Mestre,a soffrirne di più saranno però le famiglie residenti a Bolzano ed in generaletutto il Nordest nel quale la stangata avrà in media un costo di110 euro all'anno a famiglia.

Nello specifico, la Cgia ha previsto un aggravio medio annuodi 135 euro per le famiglie residenti a Bolzano, seguite poi da quelleresidenti nella regione Veneto con 113 euro; in Emilia-Romagna l'aumentodell'Iva al 22% si farà sentire con un aggravio medio di 111 euro annui, mentrein Lombardia di 108 euro.

Ad essere meno colpito, invece, il Sud del Paese e nellospecifico la regione Calabria, dove l'aggravio medio annuo sin aggira attorno ai59 euro a famiglia; seguono le isole maggiori con la Sardegna (57 euro) e poila Sicilia (50 euro).

Il risultato che emerge dai dati diffusi dalla Cgia diMestre, è quindi il seguente: l'aumento dell'imposta andrà a gravaremaggiormente nelle "zone dove sispende di più e peserà su famiglie con redditi più bassi". Come spiegaGiuseppe Borolussi, presidente Cgia: "A subire gli aggravi maggiorisaranno le realtà territoriali dove la propensione alla spesa delle famiglie èpiù elevata, anche se sappiamo che l'incremento dell'Iva inciderà maggiormentesui redditi famigliari più bassi e meno su quelli più elevati".