E' l'Italia criminale che va: 170 miliardi di euro all'anno: un Pil pari a quello della Regione Lazio. Questo è quanto è emerso dallo studio compiuto dalla Cgia (Associazione Artigiani Piccole Imprese) di Mestre che è riuscita a mappare le segnalazioni del riciclaggio a livello regionale del 2013. Le Regioni in vetta alla classifica per segnalazioni e denunce di attività criminali sono: la Lombardia (11.575), il Lazio (9.188), la Campania (7.174), il Veneto (4.959) e l'Emilia Romagna (4.947). E' una cifra impressionante se si pensa che quando si riversa sul mercato è in grado di stravolgerlo ed inquinarlo.

Questo quanto ha affermato il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi. L'analisi della Cgia è stata effettuata utilizzando i dati della Banca d'Italia e come definizioni parametriche per la stima quelle stabilite dall'OSCE. I dati considerati hanno quindi riguardato le transazioni illecite concordate tra acquirente e venditore, come per esempio, il traffico di armi, lo smaltimento illegale dei rifiuti, ricettazione, prostituzione, gioco d'azzardo e traffico di stupefacenti.

Sono stati considerati anche i finanziamenti al terrorismo e i programmi di proliferazione di armi di distruzione di massa, ma il relativo numero di questi ultimi si è mostrato contenuto (186). Sono stati esclusi dall'analisi i reati violenti come rapine, furti, estorsioni e usura.

Anche il numero delle segnalazioni per attività sospette alla Uif (Unità di informazione finanziaria) è aumentato. Si tratta di un ufficio istituito presso la Banca d'Italia nel 2008 che ha il compito di raccogliere e indagare le segnalazioni degli intermediari finanziari in caso di attività sospette. Si parla, in termini percentuali, di un incremento del 212 per cento nel quinquennio 2009-2013.

Le denunce provengono per 80% da Banche, e il 20% da società finanziarie, assicurazioni e uffici postali). L'indagine sull'economia criminale svolta in giugno 2012 dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, aveva stimato un giro di affari pari al 10,9 per cento del Pil.