Mancano meno di dieci giorni al fatidico Referendum che chiama al voto gli scozzesi sul futuro del proprio Stato: restare sotto il Regno britannico come avviene dal 1603 o proclamare l'indipendenza. Se fino ad agosto questa probabilità era considerata remota, ora sta prendendo sempre più piede. Soprattutto da quando un recente sondaggio pubblicato sull'autorevole quotidiano Sunday Times, vede gli indipendentisti superare i nazionalisti, 51 a 49. Un'ascesa continua, se si considera che ad inizio agosto i primi erano al 39%. Ma un campanello d'allarme c'era già stato con un altro sondaggio che li aveva visti salire al 47%.

Si dice lusingato, ovviamente, il leader nazionalista Alex Salmond, convinto che vinceranno gli indipendentisti. In Inghilterra invece si sta mantenendo un atteggiamento da tipico self control di quelle parti, col Premier conservatore David Cameron che non si dice preoccupato, la Regina Elisabetta che deve tenersi per forza di cosa imparziale, mentre il cancelliere George Osborne si sbottona di più affermando di voler dare maggiori autonomie alla Scozia anche in caso di vittoria dei nazionalisti. Ma precisa che non ci sarà alcuna unione monetaria con una Scozia indipendente. Intanto però le Borse tremano, con la sterlina che sta perdendo colpi nei confronti del dollaro e dell'Euro.

Ma cosa cambierebbe se vincessero gli indipendentisti?

Intanto Salmond ha annunciato che il giorno dell'indipendenza sarà il 24 marzo 2016, esattamente 413 anni dopo l'unione di Scozia e Inghilterra sotto la stessa corona. Dal punto di vista monetario, ci sono 3 opzioni: l'uso della sterlina senza un'unione monetaria, come ad esempio fa Panama usando il dollaro americano; aderire all'euro, ma il Paese deve prima diventare membro dell'Ue (e ovviamente dovrà passare qualche anno); creare una Banca centrale scozzese e una nuova valuta scozzese.

Dal punto di vista economico, perdere la Scozia sarebbe un danno enorme per la Gran Bretagna, avendo questo Stato importanti risorse petrolifere e di gas, ma anche un'alta vocazione turistica. L'Snp ha minacciato Londra che se non ci sarà un'unione monetaria Edimburgo rifiuterà di farsi carico della sua quota del debito britannico, che è pari a 1.200 miliardi di sterline.

Ma secondo diversi economisti la spesa pubblica in Scozia è superiore agli introiti fiscali, quindi la Scozia indipendente dovrà tagliare la spesa pubblica e aumentare le tasse. Ancora, gli scozzesi affermano di voler rinunciare al nucleare e di voler espellere dal proprio territorio i sottomarini nucleari britannici. Ci sarebbe poi una divisione dell'esercito, con la creazione di uno specifico esercito scozzese. Vorrebbe poi entrare nella Nato, ma così destinarvi il 2% di Pil. Infine, c'è il nodo relativo alla Regina. Se rimarrà o meno capo di Stato. Ma su questo dovrà esserci un altro referendum.