Ne ha viste tante nella sua lunga carriera giornalistica, Bruno Vespa, ma nella sua prima puntata di Porta a Porta della nuova stagione, avrà pensato che non c'è cosa peggiore nella vita che fare una scommessa con il Presidente del Consiglio dei ministri. Perché anche se dovesse vincerla, e anche con un vantaggio ampio tale da mettere al riparo da eventuali contestazioni, alla fine sarà costretto a pagare il pegno perché lui è il Premier, e per giunta è Matteo Renzi che ci sa fare con le tre carte, e tu sei il conduttore di un programma di Rai Uno e un po' come Don Abbondio con i "bravi", la precedenza la devi accomodare, anche se hai la destra.

Accomodamento comunque pastrocchiato, mal preparato dietro le quinte, che non ha affatto convinto gli italiani, anche quelli che sono riusciti a stare dietro alle spiegazioni e alle date di scadenza messe in studio alla rinfusa. Fatto sta che alla fine, un incredulo Vespa, baratterà i primi 17 km, lasciando l'ultimo a Renzi.

Renzi-Vespa, la scommessa fatta a Porta a Porta a marzo 2014

Erano in tanti gli italiani che aspettavano al varco di settembre il resoconto di Renzi sul pagamento dei debiti dello Stato alle imprese: gli imprenditori per incassare finalmente i crediti che avanzano nei confronti della Pubblica amministrazione, i cittadini per capire fino a che punto ci si può fidare delle promesse di Renzi.

Promessa che deriva da una scommessa fatta nello stesso studio, in una delle puntate di inizio marzo 2014 con Renzi appena approdato al Governo che si impegnava a pagare i debiti dello Stato verso le imprese entro il 21 settembre, ultimo giorno dell'estate e giorno di San Matteo: il pegno da pagare per chi avesse perso la scommessa è farsi decine di chilometri a piedi, in pellegrinaggio, per raggiungere da Firenze Monte Senario, il santuario sulle colline a nord del capoluogo.

Cinquantasei i miliardi che devono riscuotere le imprese, dei quali, però, al 21 luglio del 2014, data dell'ultimo aggiornamento, ne risultano pagati solo 26,1.

Debiti/Crediti Pa, ecco come procedere con la certificazione e la riscossione

Ed il restante? Renzi spiega la strategia del Governo per i crediti non ancora riscossi.

Si procederà con lo sconto bancario: le imprese creditrici dovranno dapprima certificare i loro crediti e lo potranno fare sul sito del Ministero dell'Economia e delle Finanze (www.mef.gov.it) in un'apposita sezione che è raggiungibile a questo indirizzo http://certificazionecrediti.mef.gov.it/CertificazioneCredito/home.xhtml entro il prossimo 31 ottobre 2014, poi andare in banca e farsi "scontare" il credito: ciò significa che la banca anticiperà l'importo del credito a favore dell'impresa, trattenendo una commissione che Renzi reputa dell'1,6% dell'importo e che sarà addebitata all'impresa stessa più, aggiungiamo noi, un eventuale "spread", un'altra percentuale connessa al "buon fine" dell'operazione, anche se lo Stato in persona farà da garante tramite la Cassa Depositi e Prestiti.

Uno schema ormai vecchio, usato in passato, che non ha prodotto gli effetti sperati, che non fa diminuire il debito pubblico dello Stato, ma sposta semplicemente il creditore dall'impresa alla banca e che produce un costo per gli appaltatori, gli unici creditori al mondo che sono costretti a pagare per ottenere il pagamento più di quanto è a loro dovuto. In più, e si riproduce sempre lo stesso copione, quattro giorni fa la Banca Centrale Europea ha tagliato i tassi di interesse allo 0,05% in modo da immettere liquidità nel sistema a condizioni vantaggiose. Anche se la percentuale dell'1,6% fosse confermata, la banca ci guadagnerebbe 32 volte tanto il tasso imposto dalla Bce. La solita contraddizione.

Infine, altra scommessa persa, siamo ben oltre il limite fissato dalla Comunità europea per il pagamento dei debiti alle imprese che deve avvenire entro 30/60 giorni: la media italiana è di 210 giorni. E adesso si dovrà passare prima anche in banca.