Dopo gli ultimi dati economici non esaltanti, che vedono il nostro paese regredire al 1959, anno della deflazione, a cui và a sommarsi la disoccupazione sempre crescente, c'è un po' di scetticismo circa l'ultimo annuncio da parte del premier Renzi. Il Presidente del Consiglio ha annunciato il 1 settembre l'inizio del processo di riforme, che a suo dire, porteranno l'Italia fuori dalla crisi. Questo processo durerà mille giorni, durante i quali la gente potrà controllare l'avanzamento dei lavori attraverso un portale web, creato appositamente. Questo sito si potrà consultare come un diario di bordo, per verificare se il governo manterrà effettivamente le promesse fatte.

Il termine fissato per vedere la luce è fissato a maggio del 2017, ma in questi primi 7 mesi di lavoro, il nuovo governo non ha soddisfatto le aspettative provenienti da più parti. I sindacati si sono detti delusi dal suo operato, al pari della Confindustria e di tutte le categorie in sofferenza per la crisi economica. Non sembra esserci settore che possa definirsi soddisfatto, ai quali si accoda anche la delusione di semplici cittadini, come i pensionati tartassati e senza alcuna speranza. I tre governi, che si sono susseguiti dal novembre del 2011, non sembrano essere stati capaci di far cambiare il passo all'Italia, stretta sempre dai vincoli europei e poca propensa a rischiare. Monti, Letta ed ora Renzi, sembrano tutti uniti dallo stesso comune denominatore ovvero la stessa linea economica poco propensa ad abbassare le tasse per rilanciare i consumi, ma al contrario ad aumentarle per non sforare la soglia del 3%.



L'unica eccezione è stata la fiducia smisurata concessa a Matteo Renzi, almeno finora. Il nuovo premier sull'onda dell'entusiasmo delle Elezioni Europee, dove aveva conquistato un plebiscito mai visto, forse letto senza tener conto dell'alto astensionismo, è stato visto come il salvatore della Patria in un momento di confusione e smarrimento, ma anche questo credito è destinato a finire se non farà qualcosa di concreto per rilanciare l'economia e far ripartire la macchina Italia.

Ora Renzi promette che in 1000 giorni cambierà in meglio l'Italia, l'importante è che non siano i soliti annunci e che soprattutto aspettare così tanto tempo sotto la sua guida non sia un boomerang dal quale poi sarà difficile venirne fuori.