Euro sì, Euro no. E' la moneta unica che, volenti o nolenti, i nostri governanti ci hanno imposto a partire dal 2002, chiedendo anche enormi sacrifici (si ricordi il prelievo forzato dai conti correnti o l'aumento delle tasse) per riuscirci ma non impostando al contempo un sistema che controllasse eventuali speculazioni dei commercianti. Non a caso, non vi è stata una conversione dalla lira all'euro (che avrebbe dovuto essere, come noto, di 1936,27 lire per ogni euro), bensì un adeguamento (10mila lire sono diventate 10 euro e non 5 euro), con una conseguente impennata dei prezzi.

Del resto lo stesso Stato ha portato tale adeguamento nelle imposte e nelle tasse. Risultato? Ci sentiamo tutti più poveri e benediciamo la moneta unica soprattutto quando andiamo all'estero, nei Paesi dell'Eurozona, senza il fastidioso (e spesso sconveniente) problema del cambio. Ma l'Euro ci ha sicuramente portato anche benefici macroeconomici, forse impercettibili nella vita quotidiana.

Comunque, c'è chi ha dichiarato guerra all'Euro da tempo, come la Lega Nord (che in realtà già sognava ai tempi della Lira una moneta padana) e più di recente il Movimento 5 stelle; col suo leader Beppe Grillo che di recente ha annunciato: "A novembre inizieremo con i banchetti per raccogliere firme per il referendum sull'euro.

Vedremo se la Lega manterrà la parola". Il segretario del Carroccio da un anno, Matteo Salvini, ha colto subito la palla al balzo, dichiarando: "I cinque stelle propongono una battaglia contro l'euro? E io chiedo un incontro ufficiale a Grillo. Per confrontare le nostre posizioni sull'euro, sull'immigrazione e sulle proposte di riduzione delle tasse della Lega.

Accetterà?". Aperture anche da altri pezzi da 90 tra le camicie verdi, come il Governatore del Veneto Luca Zaia, che però pure chiede uno scambio di collaborazioni alla Salvini, o il Governatore della Lombardia Roberto Maroni, che in cambio della raccolta firme vuole un sostegno dei cinquestelle per il referendum per la Lombardia a statuto speciale.

Insomma, le aperture ci sono e vedremo innanzitutto se la raccolta firme ci sarà e porterà i numeri sufficienti. Avranno più coraggio gli italiani degli scozzesi, che un mesetto fa non hanno approvato l'indipendenza dalla Gran Bretagna? Difficile, in fondo, lasciare il certo per l'incerto. Soprattutto in questi tempi di dura crisi economica.