Il Consiglio dei Ministri ha varato la Legge di Stabilità, l'ex legge finanziaria, per l'anno 2015, che sarà di 36 miliardi di euro. Una sorpresa rispetto all'annuncio dato dallo stesso Presidente del Consiglio Matteo Renzi all'assemblea di Confindustria di pochi giorni fa, nel quale si parlava di 30 miliardi di euro.

Le misure approvate

Se la cifra della manovra è salita da 30 a 36 miliardi di euro, è rimasto invariato l'impianto che prevede 18 miliardi di tasse in meno, 15 miliardi recuperati dalla spending review, 3,8 miliardi da azioni per il recupero dell'evasione fiscale e la tassazione di giochi e slot machine, da cui dovrebbero essere recuperati 3 miliardi. Annunciata da Renzi, nella successiva conferenza stampa, come "la più grande riduzione di tasse mai fatta da un governo", il documento uscito dal Consiglio dei Ministri è un risultato al quale si è giunto dopo un febbrile lavoro di trattative e limature che hanno portato a rinviare di diverse ore l'inizio della riunione di governo e che porterà il deficit dal 2,2 a 2,9 per cento.

Obiettivo primario dichiarato della manovra è quello della crescita e dei consumi, da conseguire attraverso le principali misure che elenchiamo di seguito:

  • 18 miliardi di riduzione delle tasse, 10 dei quali destinati alla conferma del bonus di 80 euro;
  • 6,5 miliardi per il taglio dell'IRAP alle imprese;
  • 1,5 miliardi destinati all' azzeramento triennale dei contributi per i neoassunti;
  • 1 miliardo per la stabilizzazione dei precari della scuola;
  • 500 milioni di euro da destinare alle detrazioni per le famiglie numerose.

Tra le altre misure, anche il rinnovo del bonus per la ristrutturazione di case e l'acquisto di mobili, ma soprattutto la presenza della misura del TFR in busta paga, con la possibilità da parte di dipendenti di aziende private di riscuotere in Trattamento di Fine Rapporto mese per mese, man mano che viene maturato.

Le prime reazioni

Critica la posizione dei sindacati in merito alla riduzione dell'Irap alle imprese, che avrebbero voluto limitare alle sole imprese che non licenziano. Per la stessa misura, invece, il presidente di Confidustria Giorgio Squinzi si è detto pienamente soddisfatto tanto da dichiarare "E' la realizzazione di un sogno".

Preoccupazioni sono state espresse da Regioni ed Enti Locali, sui quali gravano tagli di spese rispettivamente per 4 e 3 miliardi di euro, e al cui indirizzo sono indirizzate le parole rassicuranti del sottosegretario alla presidenza, Graziano Del Rio, che ha escluso tagli alla Sanità.

Lo scoglio di Bruxelles

Licenziata la manovra dal governo, tocca ora alle diplomazie mettersi al lavoro per avere il via libera dalla Commissione Europea, atteso per il prossimo 29 ottobre.

Le misure varate, fanno infatti affidamento sulla possibilità, concessa dall'Unione Europea, di limitare la riduzione del debito strutturale per il 2015 solo per lo 0,1%, contro lo 0,7% previsto. Concessione tutt'altro che certa e che, in caso negativo, esporrebbe l'Italia alla bocciatura della manovra. Per sapere se il progetto di bilancio contiene violazioni del patto di stabilità, bisognerà aspettare due settimane, il tempo che la Commissione ha per muovere rilievi. La scadenza per la pubblicazione delle opinioni è invece fissata per fine novembre.