La Russia è sempre più nei guai. Dopo le difficoltà affrontate le scorse settimane con la Borsa arrivata a perdere in una sola giornata il 20% del proprio valore, ora è lo stesso Governo russo a correre ai ripari con l'ufficializzazione di previsioni catastrofiche. Si stima una contrazione dell'economia del 4% nel 2015 ed un deficit di bilancio al 3% del Pil.

Il petrolio torna a scendere ed a fare nuovi record in negativo, ultimo quello di martedì 23 quando si è attestato a quota 57 dollari. Di pari passo la crisi del rublo continua a terrorizzare Mosca, con lunghe file nelle banche per cambiare la moneta svalutata.

Ma, nel frattempo, le Borse dei Paesi occidentali tornano a salire con l'intervento della Fed e Bce.

Le previsioni del Governo russo

Durante la conferenza di fine anno il ministro delle Finanze russo, Anton Siluanov non poteva non additare, quale causa principale della crisi economica, il crollo del prezzo del petrolio, stimato in media a 60 dollari al barile (metà del valore di appena due mesi fa). Secondo Siluanov l'equilibrio di bilancio sarebbe a 70 dollari, e nelle ultime settimane il brent si è apprezzato ben al di sotto di questo valore.

Il Governo russo riferisce sulla drammatica svalutazione del rublo, arrivato a sfondare quota 100 sull'euro ed 80 contro il dollaro. Stando alle parole del Ministro Siluanov, per il 2015 il tasso di cambio si dovrebbe attestare in media a 51 sul dollaro.

Ma, per raggiungere questo traguardo la Banca centrale russa, Bank Rossii, continuerà ad iniettare liquidità attraverso il Fondo di Salute pubblica. Sono attesi 100 miliardi di rubli (l'equivalente di 1,9 miliardi di dollari) per la banca Vtb entro fine anno, mentre Gazprobank ne riceverà 70 il prossimo anno.

L'inflazione prende il volo

Il Governo russo si è detto sorpreso dall'avanzamento dell'inflazione, che dall'inizio anno è cresciuta del 10,4%.

Il dato è stato diffuso dal Servizio Federale di Statistica riferendo che l'inflazione settimanale ha raggiunto lo 0,9%. Si tratta dell'ennesimo duro colpo per l'economia di Mosca segno che l'attacco degli speculatori avvenuto la scorsa settimana ha contribuito ad affossare la valuta.

La Banca centrale era intervenuta per alzare i tassi al 17%, nella notte tra lunedì e martedì.

Si è trattato di una mossa strabiliante, eseguita dopo una riunione straordinaria del Comitato di Sicurezza, ma costata alla Russia quasi 100 miliardi. Con questa operazione Mosca ha fermato l'avanzata degli speculatori, però, nel lungo termine può persino rischiare il default.

Ed infatti, per il 2015 si prevede un tasso d'inflazione al 11,5%. In un'intervista l'ex ministro delle Finanze russo Alexey Kudrin aveva detto che nel 2015 l'inflazione in Russia potrebbe superare il 12%. Molto dipenderà da come Bank Rossii giocherà la partita con gli speculatori.

Balza l'economia Usa, l'Europa attende il Qe

Intanto l'economia Usa continua a vivere il suo periodo d'idillio, con Wall Street che torna a segnare nuovi massimi ed il Dow Jones che supera quota 18.000.

Anche nel giorno di Santo Stefano Wall Street è in rialzo (0,3% a metà seduta), dopo la comunicazione ad inizio settimana che il Pil Usa è cresciuto del 5%.

L'euro continua a scendere, segno che le mosse della Bce continuano a dar frutti. Il motivo principale resta l'attesa per l'annuncio del Qe, forse già nei prossimi mesi. E proprio sperando nell'acquisto di bond, le Borse europee proseguono in rally la fine dell'anno, con Piazza Affari che supera 19mila punti.