Tanto per non perdere l'abitudine, il nuovo anno appena iniziato comincia con gli sprechi di denaro pubblico. Secondo il quotidiano Il Messaggero, il Ministero della Difesa ha pensato bene di acquistare ben 2000 rotoloni di carta al 'modico' prezzo di 17 euro cadauno, per una spesa complessiva che ammonta a 34.300 euro netti. La fonte dalla quale sono scaturiti questi dati è la Gazzetta Ufficiale, nella quale è stata pubblicata la spesa sostenuta dalla Difesa con i soldi dei contribuenti.

L'importo speso per ogni singolo pezzo sembra evidentemente spropositato, tenuto conto che si tratta di una grossa fornitura e inoltre è bene sottolineare che il preventivo iniziale era pari a 40.983 euro, scontato poi in un secondo momento.

Da parte sua però il Ministero, per il tramite dell'Esercito Italiano, ha risposto che non si tratta di comuni rotoli di carta, ma di una carta speciale che si usa per la pulizia delle armi e che possiede una trama molto resistente alle temperature. Si tratterebbe quindi non di comune carta utilizzata per normali operazioni, ma di uno strumento tecnico che è necessario per la manutenzione dell'armamento, anche in missioni speciali fuori dall'Italia.

Inoltre la nota dell'Esercito Italiano, conclude dicendo che tra le altre cose, non si tratta di un materiale comunemente trovato in commercio, per questa ragione giustificherebbe l'alto costo di ogni rotolo. Il quotidiano che ha diramato la notizia, ha però sottolineato che a causa della già disastrosa economia del Paese, era doveroso riportarla in quanto ci troviamo ormai in clima politico - sociale molto ambiguo e di questi tempi è bene mettere gli occhi su ogni spesa che può sembrare strana.

Tutto questo scaturisce dal fatto, che è ormai da molto tempo che i cittadini italiani piangono lacrime di sangue a causa dei tagli, delle restrizioni e delle pesantissime tasse in ogni settore ed è ovvio che quando si notano queste cifre per acquisti e rimborsi vari, scatta l'inevitabile scintilla mediatica che mette in allarme e scatena inevitabili polemiche.