Governo che arriva, riforma scolastica che trovi. In Italiaormai è una consuetudine da parte della politica mettere nella propria agendadi governo una riforma della scuola. Riforme che tendono soprattutto alrisparmio, a massimizzare le risorse, a cambiare i programmi in base a questo oquel principio politico. Eppure ogni riforma sembra sempre sbagliata,considerando che il Governo subentrante la cambia e insegnanti e studentifiniscono sempre in piazza per protestarvi contro. E così, anche il GovernoRenzi non rinuncerà alla sua riforma e dopo aver raccolto dei contributi onlinetramite il progetto “la buona Scuola”, passa alla stesura dei testi, dandosi il28 febbraio come scadenza.

Nel videomessaggio di saluto al mondo della scuola, ilPremier, da buon comunicatore qual è, la definita "la più grande riforma dal basso maifatta in un Paese europeo". Ma cosa prevede questa riforma? Sicuramente neha per tutti: dai presidi agli insegnanti precari, fino ai programmi el’edilizia scolastica. Vediamolo in anteprima grazie a quanto riporta l’autorevoleCorriere della sera.

Precari

Partiamo dalla nota più dolente: i tanti precari. Si pensaall’assunzione in blocco di quasi 150 mila precari storici. In realtà, 1 su 5tra loro non insegna più da anni; altri hanno abilitazioni per materie ormaiuscite dai programmi. Per loro il Governo sta pensando a un anno di prova, mapoi c’è anche il problema di circa 100mila insegnanti che prestano servizio, masono rimasti tagliati fuori e dovranno aspettare il concorso previsto perl’anno prossimo.

Si parla anche di meritocrazia, con scatti di anzianità ognitre anni a 2 prof su 3, ossia i migliori di ciascuna scuola. Sebbene non siachiaro come e chi svolgerà queste competenze. Il sentore è che rimanga ilvecchio sistema. Una novità riguarderà i Presidi, ormai chiamati dirigentiscolastici: diventeranno "sindaci della scuola".

Cosa cambierànell’atto pratico resta un mistero, forse niente.

Potenziate alcune materie e sicurezza scolastica

La riforma prevede poi di potenziare le ore per alcunematerie, penalizzate nelle ultime riforme, ossia musica, storia dell'arte,educazione fisica e il "coding", cioè la programmazione informatica,nonché gli stage in azienda ispirati al cosiddetto "sistema duale"tedesco.

Sebbene il Corriere della sera ponga anche dei dubbi sui fondi da destinare atutto ciò (tradotto in soldoni: come verranno pagate queste ore e cattedre inpiù?).

Infine, il capitolo edilizia, altro spinoso. Il governo hastanziato un miliardo di euro per le 21mila scuole presenti sul territorio e contadi far partire entro fine 2016 milleseicento cantieri per mettere in sicurezza lescuole ed altrettanti per costruirne delle nuove. Altri quindicimila sarannoaperti per le piccole opere di manutenzione entro primavera dell'anno venturo. In realtà,diversi enti locali hanno già provveduto ad effettuare i lavori e aspettanoancora i soldi