Per i cosiddetti giovani italiani "nativi digitali" è normale che gli schermi di qualsiasi dispositivo siano touch e che ci si possa connettere in ogni momento attraverso smartphone e social network. Ed è altrettanto naturale che quegli smartphone vengano acquistati utilizzando una moneta unica e che le monete europee, in vigore fino a pochissimi anni fa, esistano ormai solo sui libri di storia. E invece non è affatto "normale", e non c'è nulla di definitivo.

Su un fronte la storia della scienza e della tecnologia ci dice che gli smartphone che stiamo usando sono già vecchi e tra dieci anni ci faranno ridere, come oggi i quindicenni ridono dei modelli di cellulare di dieci anni fa.

Sull'altro fronte la storia economica ci dice che raramente le monete sono state "uniche", ma anzi nel tempo sono state numerose, sono sempre state in concorrenza tra di loro e ciò ha comportato uno sforzo di comprensione dei meccanismi e delle leggi che governano la loro creazione e la loro gestione. E probabilmente tra qualche decennio anche l'euro ci farà ridere, anche se c'è chi dice che nel frattempo ci stia facendo piangere.

Chi batte moneta, ne controlla l'emissione e la quantità in circolazione detenendo il monopolio di tali processi, controlla e condiziona inevitabilmente gli equilibri economici e finanziari. Così hanno fatto gli imperi, gli stati e i governanti del passato e così continuano a fare gli stati, i governi e le banche centrali di oggi.

Le monete sono un mezzo di scambio o una unità di misura, oppure entrambe le cose; e da quando non esiste più la convertibilità in oro della carta moneta, le banconote sono una convenzione ed il loro valore si basa, in gran parte, sulla fiducia. Se non ci fidassimo della moneta che scambiamo essa diventerebbe in un batter d'occhio carta straccia e, fatalmente, saremmo costretti a scambiare merci e servizi con altri metodi o riferimenti, ad esempio il baratto o nuove monete di cui fidarsi di più.

In un contesto complesso come quello che stiamo vivendo, diventa necessario comprendere meglio i meccanismi che regolano le transazioni monetarie, e quali siano state le evoluzioni storiche delle articolate vicende monetarie europee. Oltre a ciò, è importante capire fenomeni tornati di attualità come i circuiti di monete alternative che si affiancano alle monete "ufficiali", e come possano convivere con una realtà politica che, in questo frangente storico, ha portato verso una moneta unica in gran parte dell'Europa.

Nel mondo ci sono oggi centinaia di circuiti monetari alternativi, monete più o meno virtuali che localmente o globalmente, attraverso la rete, consentono di effettuare transazioni senza l'utilizzo delle valute correnti ufficiali: in Svizzera da decenni esiste il circuito wir, mentre in Italia ci sono almeno una decina di regioni interessate da circuiti di monete virtuali come il sardex in Sardegna, il piemex in Piemonte e così via. In rete si è sviluppato, ad esempio, il sistema Bitcoin.

Questi ed altri circuiti indicano, ancora una volta, come l'equilibrio di una moneta unica imposta dalla politica e non dal mercato, conviva in realtà con fenomeni di concorrenza monetaria e che la condizione di "nativi moneta unica" non sia affatto scontata, ma anzi "statisticamente" destinata a non durare.