Dal 2017 non sarà più necessario emettere lo scontrino fiscale. La novità, che potrebbe cambiare le abitudini di commercianti e consumatori, è contenuta nel decreto di delega fiscale approvato dal Consiglio dei Ministri, insieme all'estensione alle società private della fattura elettronica.

Addio allo scontrino fiscale e fattura elettronica.

Secondo lo schema di decreto approvato in prima lettura, dal primo gennaio 2017, tutte le società che effettuano cessioni di beni e servizi potranno trasmettere i dati dell'incasso in via telematica direttamente all'Agenzia delle Entrate, superando, di fatto, la necessità dell'emissione dello scontrino fiscale.

L'emissione dello scontrino rimarrà, comunque, nel caso sia necessario ai fini dell'attivazione della garanzia del bene acquistato, ma non avrà valore ai fini fiscali.

La seconda novità contenuta nel decreto di delega fiscale, riguarda l'estensione alle società private della fatturazione elettronica, sulla falsariga di quanto avvenuto per la Pubblica Amministrazione. Le imprese potranno inviare telematicamente all'Agenzia delle Entrate tutte le fatture emesse e ricevute sopperendo, in questo caso, agli attuali obblighi di fatturazione.

L'avvio di queste novità a partire dal primo gennaio 2017 si rende necessaria, secondo una nota del governo, per lasciare alle imprese un lasso di tempo congruo per adeguarsi dal punto di vista tecnologico.

Per agevolare questo passaggio, l'Agenzia delle Entrate metterà a disposizione, dal primo luglio 2016, un servizio gratuito per la predisposizione del file contenente i dati della fattura elettronica e il suo invio all'Agenzia.

Vantaggi fiscali per chi aderisce.

Sia nel caso della rinuncia allo scontrino fiscale che per il ricorso alla fattura elettronica, si tratta di opzioni facoltative che impegnano il soggetto che compie la scelta per cinque anni, rinnovabili di cinque in cinque, in cambio di vantaggi fiscali, alcuni già definiti ed altre allo studio.

Tra le agevolazioni già stabilite, l'abolizione dello spesometro, cioè la registrazione di tutte le operazioni soggette ad iva; l'abolizione dell'obbligo dell'elenco intrastat per l'acquisto e la vendita di beni intracomunitari; il diritto alla priorità nel rimborso di eventuali crediti iva, che saranno liquidati entro tre mesi dalla dichiarazione annuale.

Si tratta di novità certamente rilevanti che dovranno, comunque, attraversare le forche caudine della discussione parlamentare, nel corso della quale numerose potranno essere le modifiche.