La banca fallisce? Pagano i creditori, ovvero i correntisti. No, non è il titolo di un film horror né tanto meno fantascienza, ma un qualcosa che, a breve, potrà coinvolgere anche i correntisti bancari italiani. Vediamo di chiarire il concetto. A luglio, in Austria, entrerà in vigore il cosiddetto "bail in", ovvero il principio secondo il quale, se una banca fallisce, non è più lo Stato ad intervenire, bensì i creditori della stessa, ovvero i correntisti. L'Austria non ha fatto altro che recepire e fare sua una delibera dell'Unione Europea, che ha deliberato in merito un paio di anni fa.

"Che importa", diranno in molti, noi viviamo in Italia, mica in Austria. Ebbene, il sito Goldcore ha pubblicato un elenco di Paesi che potrebbero vedere introdotto il principio del "bail in" in caso di crac: indovinate un po' chi c'è al quarto posto dopo Grecia, Portogallo e Spagna? Proprio il Bel Paese. Ovviamente la classifica rispecchia il grado di affidabilità del sistema economico del singolo Stato: non è un caso che, tra i Paesi più "sicuri" vi siano la Germania, Singapore, Canada, Australia, Norvegia, etc...

Come funziona, nello specifico il "bail in"? La spiegazione la dobbiamo cercare sempre in Austria ove gli istituti bancari, per far fronte a possibili deficit di bilancio, dovranno creare un apposito fondo speciale di assicurazione, che verrà implementato ed incrementato annualmente per i prossimi dieci anni, sino al raggiungimento di 1,5 miliardi di euro.

A leggerla così, pare una cifra rassicurante ma, all'atto pratico, non rappresenta nemmeno l'1% dei depositi bancari dello stato austriaco.

Quello che fino ad oggi, per il correntista italiano medio, è sempre stato un caposaldo, da domani potrebbe non essere più tale. Le scelte finanziarie saranno via via sempre più difficili ed importanti: fino a qualche anno fa l'unico spauracchio per gli investitori del Bel Paese erano le azioni; poi è stata la volta delle obbligazioni argentine, dei bond Parmalat e Cirio e compagnia bella.

Il conto corrente era ed è l'ultimo porto sicuro: non si sa ancora per quanto, però. Insomma, perdere i propri denari sta diventando una possibilità sempre meno remota: chissà se torneranno di moda le mattonelle o le montagnette di contanti sotto i materassi (per la gioia di ladri e furbacchioni).

Agli italiani il compito di essere selettivi e di scegliere bene l'Istituto di credito al quale affidare i propri denari: il rischio è di trovarsi, da un momento all'altro, con le tasche desolatamente vuote.