La sentenza con cui di fatto, la Corte Costituzionale ha delegittimato il blocco della perequazione per alcuni pensionati a partire dalla cosiddetta riforma Fornero del 2012 apre un buco da più di 5 miliardi di euro a cui dovrà rimediare l'attuale Governo. Ad oggi infatti, numerosi pensionati, grazie alla sentenza della Consulta, vantano un credito nei confronti dell'Inps, derivante dai mancati scatti annuali di aumento delle Pensioni in virtù dell'inflazione. I pensionati a cui toccherebbe questo rimborso sono coloro che percepivano pensioni il cui importo era almeno tre volte il trattamento minimo.

Si parla di pensioni di un importo netto di 1.200 euro al mese o di più.

Per coloro che prendono di meno il sistema della perequazione ha prodotto gli aumenti annuali quindi non avanzano nulla dall'Inps. Il Governo Monti nel 2011 si trovò di fronte al seri rischio di "default" dell'Italia a causa dello Spread oltre 500 punti. Quella crisi portò l'allora Ministro Fornero a varare una riforma sanguinosa per molti pensionati con pensioni più alte del minimo stabilito dalla legge. Per Questi pensionati oggi c'è la possibilità di riavere indietro il maltolto anche per gli anni precedenti avendo la sentenza un carattere retroattivo, che quindi cancella la norma dalla nascita. Per esempio un pensionato con una pensione di 1.400 euro netti, a causa del blocco della Fornero ha perso dai 50 ai 100 euro mensili a partire dal 2012.

In pratica calcoli alla mano a questo pensionato, detratte le tasse gli toccherebbe un rimborso di circa 3.500 euro, mica pochi.

E più alta è la pensione maggiori saranno i rimborsi. La situazione non è ancora chiara. L'unico dato certo è che questa è un'altra brutta patata bollente finita nelle mani del Premier Matteo Renzi che deve trovare anche una copertura finanziaria a questa situazione o trovare soluzioni alternative.

Il danno ormai è stato fatto, il Governo attuale si trova a dover far fronte al rimborso di svariati miliardi di euro. Le vie che si stanno studiando sono due. Si potrebbero decidere rimborsi a rate oppure di non rimborsare le pensioni più alte. Ma la sentenza della Consulta è stata chiara perché l'anticostituzionalità dello blocco delle pensioni inserito nel Decreto "Salva Italia" di Monti andava contro gli articoli 36 e 38 della Costituzione che stabiliscono il diritto del lavoratore (pensionato) ad avere una adeguata retribuzione ed il diritto per il cittadino ad avere adeguati mezzi di sussistenza in caso di vecchiaia.