La crisi Greca sta tenendo banco da parecchi giorni ed appare con sempre maggiore evidenza che la questione sia più politica che economica. Uno degli appunti che vengono fatti con maggiore frequenza all'Unione Europea è di non essere una vera unione politica ma solo una unione prevalentemente economica. I recenti risvolti della vicenda greca indicano, invece, che, piuttosto, è vero il contrario. Strategie e manovre politiche stanno determinando il destino della Grecia condizionato dalle manovre finanziarie di un sistema bancario europeo legato al sistema politico.

La Grecia ha più o meno gli abitanti della Lombardia, è l'equivalente di una regione medio grande come ce ne sono molte in Europa. Da un punto di vista economico salvarla e tenerla in piedi non sarebbe un problema: il problema è politico. Come salvarla, con quale governo salvarla, con quali equilibri politici futuri gestire il salvataggio: sono questi i problemi che si stanno dibattendo e che determinano le sorti della Grecia. Non l'economia, ma la politica e la finanza stanno verificando a quali condizioni politiche e con quali rischi finanziari (e sulle spalle di quali banche e di quali paesi) sia possibile un "salvataggio" della Grecia. E durante la trattative durate mesi alcuni si sono "alleggeriti" del peso dei debiti greci e altri ne sono rimasti, invece, ancora caricati.

Non sono i mercati, il libero scambio di merci e capitali che impediscono di rilanciare la Grecia, ma, anzi, se ci fosse più mercato e meno controllo centralizzato e burocratico ci sarebbero più possibilità di ripresa anche per i conti greci attualmente fuori posto.

La Grecia si sta trasformando in un banco di prova su piccola scala di quali potrebbero essere i veri problemi se le tensioni si spostassero su ordini di grandezza più "pesanti".

E, nella migliore tradizione classica, si consuma per molti cittadini greci una tragedia in cui "le ragion di stato schiacciano i singoli cittadini".

Le autorità europee a cui si chieda come mai siano sempre così preoccupate dell'Italia mentre altri paesi stanno peggio, rispondono che "… se si sbilancia l'Italia, la barca europea rischia di affondare".

Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia superano i 60 milioni di abitanti ciascuno. Questi sono gli ordini di grandezza che determinano la linea di galleggiamento della barca europea. Gli altri paesi (ad eccezione della Spagna che dovrebbe avere raggiunto e superato i 40 milioni) sono grandi come la Lombardia, e molti anche più piccoli : Svezia, Danimarca, Portogallo, Olanda , Grecia , Belgio, Finlandia etc

Economicamente parlando, se si volesse salvare la Grecia lo si potrebbe fare in pochi giorni; politicamente parlando ci stanno mettendo mesi e, nel frattempo, assistiamo al grave e indecoroso spettacolo in cui cittadini di uno stato dell'Unione Europea si vedono bloccare i conti correnti, costretti ad umilianti code agli sportelli per poter prelevare 60 euro al giorno. Qualcuno ha sequestrato i soldi di circa undici milioni di cittadini europei.

Un sistema politico e finanziario che arrivi a tanto è destinato a non durare.