Tutta l'Unione Europea è col fiato sospeso per il referendum indetto dal Premier greco Alexis Tsipras, col quale chiede ai propri cittadini se sono favorevoli o meno ad accettare un accordo proposto dall'Ue al Paese ellenico relativo al debito e alle misure richieste per saldarlo. Un referendum che ha riscontrato l'applauso di molti, specie gli euroscettici, visto che Tsipras chiama a pronunciarsi direttamente il proprio popolo in un gesto di alta democrazia (del resto quest'ultima l'hanno ideata loro). Ma anche critiche, da chi gli dà dell'irresponsabile e scaricabarile, e chi discute sul referendum stesso, che presenterebbe alcuni trabocchetti.

In primis riporta tra le risposte prima il No e poi il (inverte dunque una prassi consolidata, come se volesse indurre nello scegliere la prima opzione); secondo, invita a pronunciarsi su una bozza di accordo risalente allo scorso maggio, che non tiene minimamente conto dei progressi nelle trattative delle settimane successive.

Ma dibattito sul referendum a parte, ci sono i costi economici di questa situazione che pendono anche sulle teste di noi italiani. Vediamo quanto pagheremo per la Grecia, anticipando che sia in caso di permanenza che in caso di loro uscita dall'Euro non sarà una cifra irrisoria.

Le varie cifre possibili

Secondo il calcolo effettuato dal Fondo Monetario Internazionale con uno studio pubblicato ieri, lo Stato italiano ha già prestato allo Stato ellenico 36 miliardi di euro, vale a dire 600 euro a testa per ogni italiano, da restituire in tempi piuttosto lunghi.

Ma il Fmi mette anche in preventivo che potrebbero non essere restituiti tutti, anzi, sembra probabile. Inoltre, in futuro la Grecia, anche se restasse nell'Euro e le cose si mettessero meglio, avrà ugualmente bisogno di ulteriori aiuti aggiuntivi per andare avanti. Dunque, in aggiunta ai seicento euro di cui sopra, bisognerà aggiungerne almeno altri cento euro, mettendo peraltro sempre in conto che una parte non ritorni mai.

E se la Grecia uscisse? Non solo i 600 euro li perderemmo tutti ma si aggiungerebbero altri danni difficili da calcolare, per un totale di forse mille.

Altri scenari poco rassicuranti

Si tratta comunque sempre di stime approssimative, giacché le cose possono mutare continuamente in futuro. C'è ad esempio da mettere in conto anche il danno provocato dalla scelta di chiudere le Banche per evitare il prelievo di massa di contanti, ma anche le transazioni bloccate e le disdette in massa dei turisti.

Probabilmente, i costi per salvare la Grecia potranno solo salire almeno che, di contro, non si decida di dilazionare ulteriormente il debito. O magari condonarne una parte, si parla addirittura del trenta percento. Insomma, comunque vada, sarà un danno.